Fondamentalmente, niente di nuovo sotto il sole. L’annunciatissima ospitata di Patrizia D’Addario, l’escort più famosa d’Italia, ieri in collegamento con Annozero, ha sortito gli effetti che spettatori e addetti ai lavori con un po’ d’acume s’aspettavano ampiamente.
Una sostanziale conferma di quanto detto davanti ai giudici, di quanto riportato dai giornali, di quanto già affermato in interviste per tv e stampa, italiana ed estera. “Ho passato la notte con Berlusconi”; “lui sapeva che ero una escort”. Stupisce, allora, come mai il premier in persona ed il suo ministro Scajola si siano adirati a tal punto, se tutto ciò che si è detto ieri sera da Michele Santoro non è nuovo ad orecchi italiani ed esteri. Magari ha ragione il conduttore salernitano: “Annozero è l’unico vero contraddittorio della tv italiana”, fatta di sei reti generaliste, direttamente o indirettamente controllate da Palazzo Chigi. E forse è proprio l’autorevolezza della trasmissione di Raidue a spaventare. E la sua audience. Ma andiamo con ordine. Negli ultimi giorni, come oramai è prassi, la troupe di Annozero era stata messa sotto tensione, osteggiata da politici e ministri, bacchettata dai vertici di rete e d’azienda, oggetto di dure sferzate da parte del Presidente del Consiglio e dei suoi uomini. Ma Santoro se n’è infischiato e, come sempre, è andato in onda nudo e crudo, senza tagli o tentennamenti, nel bene e nel male. “Se non vogliono che vada in onda lo devono dire, altrimenti fino a quel momento io sempre in onda sto”, ha detto in apertura di puntata, riferendosi ai contatti avuti sino a pochi minuti prima del programma con i vertici di rete, ai loro inviti a cambiare il tono del programma, ai loro silenzi. Da Annozero c’è la D’Addario, in abito nero e charme; c’è Belpietro, fisso “signornò” alle latitudini santoriane; c’è Porro, vicedirettore de “il Giornale”, certamente meno combattivo del suo numero uno e visibilmente nervoso; e poi c’è Norma Rangeri de “il Manifesto”, Marina Latella di “Sky Tg24”, Carl Bernstein, celebre firma americana, premio Pulitzer per le indagini sul “Watergate”, e l’ospite acquisito, quel Marco Travaglio il cui contratto sembra sempre più lontano, ma a cui Santoro ha chiesto di partecipare ugualmente, per la seconda volta di fila. Pronti, via: un video irreverente della Bbc (che anch’essa fa servizio pubblico) sul Presidente del Consiglio e poi le voci dei protagonisti. Su tutti, Patrizia D’Addario, ma anche altre escort o aspiranti meteorine, letterine e via dicendo, anch’elle sedicenti protagoniste di feste e festini a Palazzo Grazioli e a Villa Certosa: ventenni di bella presenza che pare arrivassero su jet privati direttamente dal sud Italia per allietare le serate, tra una canzone napoletana e un video sui successi personali di Berlusconi. La D’Addario, al di là delle conferme, è parsa dimessa, stanca, ma comunque disinvolta davanti alle telecamere, che forse rappresentano una buona prospettiva lavorativa per lei, dal momento che lo sputtanamento degli ultimi mesi le avrà compromesso il lavoro. Chi vorrebbe accompagnarsi con lei adesso, nel timore che registri tutto? E se poi queste trepidazioni si trasformassero in ansia da prestazione? Mille euro spesi male. Al di là dell’ironia, e senza il benché minimo giudizio morale nei suoi confronti, la protagonista ha dato l’impressione d’essere più furba di quanto voglia far apparire, meno “vittima” di come i giornali l’avessero descritta, determinata dietro quegli occhi malinconici di chi fa (o vuol far credere che faccia) qualcosa che non le piace per far mangiare la famiglia (o solo lei). Ha registrato Berlusconi non per ricattarlo (ha detto) ma per sentirsi sicura; effettivamente questa tesi convince poco, ma tant’è. La cena c’è stata, la notte insieme pare. Non lo smentisce nessuno, nemmeno il “signornò” Belpietro, che pur di spostare l’asse del discorso tenta (a volte riuscendoci e quasi provocandone il pianto, vero o scenico che fosse) di metterla in difficoltà in tutti i modi sulla sua vita privata. Come dire: chi di sputtanamento ferisce, ne perisce. E poi c’era Porro, mansueto vicedirettore de “il Giornale” che, nonostante qualche exploit, non farebbe male a una mosca. Puntualmente incalzato da Norma Rangeri (bellissima l’alternanza: lui che dà del "lei" cercando di creare distanza anche tra colleghi; lei che, indifferente, ribatte con un "tu" demolitore), si fa addirittura due risate sulle vignette del sempre in forma Vauro (e in quel frangente riesce pure simpatico, a differenza del serioso Belpietro). Ed, infine, oltre alla “libera” Latella, c’erano le due ragazze dello spazio-giovani: una sessantottina femminista demodé con voce irritante con la quale sparava concetti sociologici triti e noiosi (ma chi fa la cernita di questi personaggi?) e un’indemoniata (Porro dovrebbe consigliarle il suo maestro di yoga) militante del Pdl che, ben addestrata, ha provocato in pandemonio in studio, attaccato tutti nel giro 4-5 minuti, messasi a urlare le sue ragioni, è stata salutata da una bordata di fischi. Insomma, la puntata scivola via così sino alle battute finali di Vauro, entrato in studio vestito da babbo natale. Se è vero, come dice lui, che Annozero porta voti a Berlusconi, diciamo noi: andate avanti lo stesso, non cancellate l’ultima isola di contraddittorio che, per legge, ancora si tiene a galla nella marmaglia del servizio politico, pardon pubblico. Chapeau! Mentre Santoro saluta tutti e rimanda a giovedì prossimo, a meno di sorprese clamorose, su Rai Uno arriva la controffensiva di Berlusconi, guidata dal prode e fedele Bruno Vespa. Nel pomeriggio, il premier, adiratissimo, pare avesse convocato a Roma lo stesso Vespa e Belpietro, per decidere di comune accordo la tattica da adottare per contrastare Santoro. Quando si dice, il gioco di squadra. Belpietro l’aveva consigliato di non intaccare la libertà di Annozero d’andare in onda (la penserà come Vauro), mentre Vespa era riuscito, in fretta e furia, a mettere in piedi una puntata asantorica in seconda serata. Berlusconi era stato così convincente da persuadere il conduttore aquilano ad andare in video in diretta: una rarità. Ospiti i soliti politici, che avevano rifiutato in coro gli inviti di Santoro (da Vespa si sta più comodi), arriva anche Belpietro che, stanco, va a riposarsi in santa pace. (Giuseppe Colucci per NL)