La Commissione europea ha risposto con un netto ‘no’, a Bruxelles, alla richiesta del presidente Sarkozy di bocciare la posizione dell’Europarlamento contro un progetto di legge francese per la protezione della proprietà intellettuale su internet. La nuova legge, che dovrebbe essere approvata entro l’anno, attribuirebbe all’authority di regolazione nazionale delle Tlc il potere di monitorare il traffico via internet e tagliare il collegamento alla rete di presunti ‘pirati’ scoperti a scaricare abusivamente film, musica e qualunque altro contenuto coperto dal diritto d’autore.
Il 24 settembre scorso, nell’ambito del piú generale ‘pacchetto telecom’, il Parlamento europeo ha approvato una sorta di ‘censura preventiva’ nei riguardi di questo progetto di legge, approvando a grandissima maggioranza (573 voti contro 74) l’emendamento 138 in cui si chiede ai regolatori nazionali di applicare il principio secondo il quale, salvo che in caso di minaccia per la pubblica sicurezza, “nessuna restrizione puó essere imposta sui diritti e le libertà fondamentali degli utenti finali, senza la previa autorizzazione delle autorità giudiziarie, segnatamente in accordo con l’Art.11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue sulla libertà d’espressione e d’informazione”. L’Europarlamento considera che l’allacciamento a internet fa parte della libertà d’espressione, e non puó essere negato solo per evitare atti di pirateria informatica.
Dopo una settimana di intense pressioni del governo francese su Bruxelles (con diverse telefonate di ministri e portavoce al commissario responsabile, Viviane Reding) il presidente Sarkozy venerdí scorso ha scritto direttamente al presidente della Commissione europea, Jos‚ Manuel Barroso, chiedendogli di non sostenere l’emendamento 138 nel prosieguo dell’iter legislativo del ‘Pacchetto tlc’. Nella procedura comunitaria di co-decisione, va sottolineato, se l’Esecutivo Ue si oppone a una modifica alla proposta iniziale, perché‚ venga approvata è necessaria l’unanimità degli Stati membri in Consiglio Ue.
La risposta data dalla Commissione non poteva essere piú netta: “Abbiamo preso nota della lettera del presidente Sarkozy” ha detto il portavoce della Reding, Martin Selmayr, durante il punto stampa quotidiano dell’Esecutivo Ue a Bruxelles, ricordando poi il risultato schiacciante del voto in Plenaria sull’emendamento in questione. “La Commissione europea – ha detto quindi il portavoce – rispetta la decisione democratica del Parlamento europeo; nella visione della Commissione, quest’emendamento è una riaffermazione importante di alcuni princípi giuridici chiave inerenti all’ordinamento giuridico dell’Ue, e in special modo ai diritti fondamentali dei cittadini.
L’emendamento – ha concluso Selmayr – è stato deliberatamente elaborato con un linguaggio che lasci agli Stati membri la possibilità di conseguire un giusto equilibrio fra diversi diritti fondamentali, e segnatamente il diritto al rispetto della vita privata, la proprietà intellettuale e il diritto di informazione e di espressione”.