L’ordinamento giuridico italiano è un equilibrio tra legificazione e delegificazione. Noi italiani siamo tra i maggiori legiferatori del mondo, ma, avendo istituzionalizzato il compromesso – caposaldo su cui fondiamo la Repubblica – siamo costretti a legificare, cioè legiferare prendendo atto dell’esistente.
Salvo poi procedere ad una progressiva delegificazione, attraverso quel principio (costituzionalizzato) per cui la disciplina di alcune materie non sottoposte a riserva di legge assoluta è spostata dalla fonte legislativa primaria a quella secondaria. Processo che spesso porta ad un’aberrazione normativa, come nel caso della disciplina delle trasmissioni radiotelevisive in tecnica digitale: basta leggere l’art. 5 dei principi generali della L. 112/2004 e confrontarlo con i più recenti atti amministrativi di 3° livello in tema di rottamazione frequenziale per rendersene conto. Con buona pace della certezza del diritto, cioè quel principio in base al quale il diritto deve ricevere una applicazione prevedibile.