Kenwood è certamente uno dei marchi più elitari del mercato dell’elettronica, una garanzia di qualità, dai prezzi spesso sostenuti. Ha sempre goduto di una buona base di utilizzatori e di acquirenti, ma, forse, ha sempre un po’ deficitato nel raggiungimento di un target più giovane. Per questo motivo, già un paio d’anni fa, nel pieno del marasma dell’esplosione dell’http sul web, l’azienda tentò un approccio al mondo giovanile, mandando in rete un video (divenuto molto famoso) che riprendeva una bella e formosa ragazza svedese, con un piccolo lettore mp3 della Kenwood, che rivolgeva auguri natalizi agli utenti. La foto fece il giro del mondo ed ottenne un numero altissimo di contatti e visioni. Ma, nonostante questo successo, il poco appeal sui giovani ha spinto i responsabili marketing dell’azienda a trovare qualche altra idea geniale in merito. Ed allora sono iniziati i primi esperimenti con video diffusi sui cosiddetti siti d’inseminazione, che danno vita a fenomeni virali, invece che sui classici spazi a pagamento. Risultati ottenuti: ottimi. Milioni di contatti e visioni, pubblicità, passaparola e, con budget ben più contenuti dei classici spot per il piccolo schermo, un successo davvero strepitoso. La Kenwood si è avvalsa della consulenza dell’agenzia Veryweb, che ha coadiuvato l’azienda nello sviluppo di formati originali, che si addicano a campagne realizzate su supporti innovativi. Un’ottima trovata, perciò, per incrementare la propria popolarità, specie nei confronti dei segmenti giovani, i più ambiti. Occhio, però, a non commettre lo stesso errore di General Motors: con lo stesso obiettivo era stato inserito, all’interno del loro sito web, un contributo filmato, una specie di giochino, per assemblare i diversi pezzi di un nuovo modello di Suv dell’azienda. Risultato: la quasi totalità degli utenti che hanno partecipato al giochino erano membri di associazioni ambientaliste, che, assemblando l’automobile, hanno posto in evidenza ed enfatizzato lo scarso rispetto dell’ambiente e la bassa efficienza del veicolo, arrecando, quindi, un danno economico e d’immagine non trascurabile a General Motors. (L.B. per NL)