Jump! Come ampiamente previsto, la broadband tv (BBTV) sta letteralmente facendo il salto. Secondo l’ultimo rapporto ITMedia Consulting, che sarà disponibile dal 7 dicembre, entro fine 2021 l’offerta pay tv trasmessa in streaming sarà la primaria modalità di accesso per oltre 10 milioni di abitazioni, pari al 40% del totale. Ciò significa che, come aveva anticipato NL molti mesi fa, la pay tv via IP avrà superato il satellite (le smart tv effettivamente connesse lo hanno già fatto in generale), destinato a ridursi da primaria fonte della tv a pagamento a mero supporto del DTT nelle aree periferiche e disagiate. Dove, appunto, la tv digitale televisiva terrestre non garantisce illuminazione e la connettività non è sufficiente a sostenere la fruizione di programmi video.
Sat periferico
Andando più in là, la tv via satellite, in altri termini, non potrà essere una piattaforma esclusiva per un prodotto tv, considerato che sarà principalmente seguita da utenti in aree territoriali specifiche, spesso poco appetibili commercialmente. Conseguentemente, il sat diverrà un costoso componente della cd multipiattaforma. Presumibilmente il primo ad essere sacrificato quando l’utenza non ne giustificherà i costi.
Sky solo di nome
La stessa Sky, che delle 10 milioni di parabole in Italia ne rappresenta poco meno della metà (il resto è appannaggio di Tivusat), sta convertendo velocemente la propria offerta in BBTV, così incentivando la disaffezione per impoverimento dell’offerta.
La BBTV spinge la HBBTV
Insieme alla BBTV, naturalmente, galoppa (molto più velocemente del previsto) anche la HBBTV (hybrid broadcast broadband television), che della prima diviene un facilitatore. Dal DTT, attraverso la HBBTV, con due o tre passaggi al massimo, si può infatti agevolmente accedere ai contenuti in streaming. Se, naturalmente, la tv è di nuova generazione (cioè supporta lo standard HBBTV) e connessa alla rete.
Opportunità enormi attraverso il Jump!
Il problema delle emittenti minori (soprattutto locali e visual radio) sulle smart tv è generalmente quello di non poter accedere alle piattaforme OTT preferenziali (quelle che dispongono del tasto dedicato sul telecomando o di app in evidenza in basso allo schermo). Attraverso la HBBTV è invece possibile in tre passaggi (tasto LCN, tasto rosso, scelta icona del bouquet IP) accedere ai relativi contenuti.
One click
I passaggi possono essere ridotti addirittura ad uno attraverso la tecnica del jump!, con la quale dal canale DTT (identificato da un LCN) si accede direttamente al contenuto in streaming dopo una latenza di pochi secondi, senza ulteriori azioni dell’utente. In questo caso il consumo di banda sul mux DTT è estremamente limitato, essendo strumentale all’ospitalità di un contenuto per i secondi necessari appunto al jump!
LCN inutilizzati
Dopo il periodo di assestamento a seguito del refarming della banda 700 MHz, è altamente probabile che il legislatore ed il regolatore (Agcom) recepiscano la necessità di destinare i numerosi logical channel number (LCN) inutilizzati del Piano LCN (Delibera 116/21/CONS) per il jump!, favorendo il connubio DTT/IP Tv.
Opportunità per operatori di rete
Ciò costituirà linfa vitale per gli operatori di rete, che potranno destinare poca banda pro capite a tanti fornitori di servizi di media audiovisivi. Preservando così un business che, diversamente, nel giro di 5 anni potrebbe diventare poco appetibile.
Armonizzazione LCN
Almeno fintanto che non verrà adottata la più logica delle soluzioni: l’armonizzazione degli LCN, affinché questi ultimi possano essere utilizzati per sintonizzare un canale sulle smart tv a prescindere dalla sua presenza sul DTT.