Il progetto dell’ex ministro per l’Innovazione e la Tecnologia, ereditato in tempi più recenti dall’attuale ministro per i Beni Culturali Francesco Rutelli, ha chiuso definitivamente i battenti. Si chiamava Italia.it e si presentava come il portale del turismo italiano, un’immensa vetrina per l’Italia sul mondo, per promuovere il patrimonio storico e naturalistico del Belpaese. L’idea, sebbene discussa ad ampio raggio, e più volte al centro di intense polemiche a causa della scarsa funzionalità, aveva meritato uno stanziamento da 45 milioni di euro, dei quali 7 sarebbero stati già spesi per la sua realizzazione e la successiva pubblicazione. Il Codacons, in un esposto presentato alla Corte dei Conti, sottolinea la necessità di indagare e accertare come sia stato possibile spendere, senza risultato, tanto denaro pubblico e quanto abbia significativamente giovato alla macchina del turismo italiano. Rimane il fatto che Italia.it non esiste più e il nostro paese si trova attualmente sprovvisto di un servizio di cui tutti i paesi europei, e non solo, sono dotati. Gli esempi sono molti. Ne citiamo alcuni tra i più noti e visitati: la Spagna è proprietaria del dominio www.spain.info, la Francia di www.france.com, l’Irlanda più determinata presenta www.discoverireland.com, l’Inghilterra più simpatica si racconta con www.enjoyengland.com, la Danimarca, più elegante, chiede www.visitdenmark.com. Naturalmente ognuno di questi portali possiede la versione in lingua originale, quella in lingua inglese e in molte altre lingue e un’ampia gamma di servizi per gli utenti (o meglio, per i turisti). Non ci resta che attendere le proposte dell’immediato futuro e ricordare che Confturismo ha ragionevolmente dichiarato che il nostro paese, nonostante i tempi dello stato non siano certo paragonabili a quelli delle imprese, dovrà trovare presto una soluzione, non potendosi permettere di rimanere sprovvisto troppo a lungo di un servizio di questo tipo. (Marco Menoncello per NL)