Roma – Era nell’aria da qualche tempo ed ora è ufficiale: il Ministero della Difesa ha annunciato l’avvio di un tavolo di lavoro con il Ministero delle Comunicazioni imperniato sul “progressivo spostamento in frequenza dei propri radar e sistemi di telecomunicazioni dalla banda 3,5 GHz, richiesta per lo sviluppo sul territorio dei servizi supportati dalla tecnologia WiMax”.
Dietro questa fredda descrizione si cela quello che alcuni considerano il primo vero passo del nostro paese verso l’attivazione reale e diffusa della connettività WiMax: il fatto che la Difesa stia completando la propria opera di ristrutturazione delle frequenze al punto da poter studiare un cammino di transizione con il ministero delle Comunicazioni viene vissuto con grande speranza da chi da lungo tempo attende un concreto segnale di novità. WiMax significa prima di tutto, infatti, nuova estensione territoriale della copertura a banda larga.
Lo si attendeva, si è detto, perché da qualche mese si sono moltiplicati i segnali di una qualche accelerazione. Lo stesso ministro alle TLC, Paolo Gentiloni, recentemente aveva dichiarato “sul WiMax ci muoveremo entro la fine dell’anno. Abbiamo sollecitato una soluzione al problema delle frequenze al ministero della Difesa, e quindi speriamo di arrivare presto a delle decisioni”.
Siamo ancora ben lontani dagli obiettivi sperati, dalla messa in campo di un vero e proprio mercato competitivo sul WiMax, un fronte sul quale l’Italia ha accumulato ritardi: la tecnologia è entrata nei programmi di produzione delle aziende nel 2004 e la sperimentazione nostrana ha mosso i primi passi nell’estate dell’anno scorso. Un cammino lento, considerando il fatto che, da allora ad oggi, il WiMax è diventato realtà aperta e disponibile agli operatori, tanto in zone tecnologicamente avanzate come gli USA, quanto in Paesi che non vantano il grado di industrializzazione dell’Italia, come Pakistan e Thailandia. Al momento, nella corsa al WiMax, il nostro Paese viene giudicato arretrato persino rispetto a paesi come la Malaysia.
A dare il senso di una svolta in corso il fatto che un mese fa Agcom abbia attivato la consultazione pubblica sul WiMax. Anche questo è un passo decisivo: è ciò che porterà verso la regolamentazione del settore, essenziale per lo sviluppo del mercato.
Ne sono consapevoli i due ministeri che ora aprono il nuovo tavolo di consultazione. Nella nota diffusa ieri, infatti, si legge che “il Ministero della Difesa congiuntamente al Ministero delle Telecomunicazioni danno impulso all’iniziativa, riconoscendo l’importanza che il WiMax riveste per il sistema delle comunicazioni civili nazionali e per l’ampio comparto industriale ad esso associato”. Sono peraltro molte le aziende e gli operatori che in questi mesi hanno dato vita ad iniziative locali, spesso con risultati lodevoli.
“Il tavolo – conclude la nota della Difesa – sta definendo tempi, modi e contorni finanziari del progetto per un rapido avvio del WiMax sul territorio, a partire dalle aree ove è più urgente la realizzazione di nuove infrastrutture, garantendo comunque la continuità dei vitali sistemi di telecomunicazione e sorveglianza radar della Difesa a tutela dei livelli di sicurezza nazionale”.
Dario Bonacina