La notizia pubblicata in data 06/07/2007 ha, come ci aspettavamo, sollevato un certo polverone: diverse sono state le e-mail giunte in redazione a riguardo del cambio di direzione di alcuni ispettorati territoriali che, inevitabilmente, determinerà un rallentamento dell’attività d’istituto, soprattutto in quelle sedi che faticosamente si stavano riprendendo da pesanti turn-over precedenti.
Il tenore delle comunicazioni va dallo sconcerto, alla rassegnazione, dall’irritazione alla perplessità, con punte di riflessioni dietrologiche (“forse non si vogliono far funzionare alcuni organi periferici in aree ad alta densità radioelettrica?”).
I più, infatti, chiedono lumi a riguardo della misteriosa alchimia burocratica che renderebbe impossibile l’insediamento diretto, in pianta stabile, dei sette direttori aventi diritto (a seguito della vincita del concorso).
Orbene, posto che al Ministero pare si dica che al momento non sarebbe possibile fare altrimenti, perché non ci sarebbero i fondi necessari per assumere i vincitori del concorso a dirigente (i posti in cui mancano i dirigenti sarebbero circa 20 in tutto, a fronte di un complessivo organico di 50 unità), una domanda sorge spontanea anche ad un bimbetto delle elementari: se mancano i fondi per pagare lo stipendio ai dirigenti di prossima (?) nomina come è possibile pagare le indennità di trasferta ai dirigenti di ruolo che assumono l’incarico ad interim?
E poiché anche i bimbetti della scuola elementare hanno rudimenti di aritmetica e un bel pallottoliere, abbiamo voluto farci quattro calcoli per scoprire quanto potrebbero costare allo Stato (e quindi anche a noi) i “direttori volanti” (nel vero senso della parola, visto che in passato la trasferta si è svolta sulle ali della nostrana compagnia aerea), nelle more di ottenere un commento dall’Ufficio Stampa del Ministero delle Comunicazioni, al quale abbiamo formulato apposito invito.
Il nostro conteggio prende le mosse dalle esperienze degli anni passati, in base alle quali si può affermare che un interinato pur precario ma ancora accettabile (si fa per dire, vista la delicatezza e importanza del ruolo…) comporta la trasferta del dirigente tale da assicurare la sua presenza nell’ufficio ricoperto ad interim per almeno due giorni la settimana con una media mensile di 9 giorni.
Va quindi prevista una media mensile di 5 viaggi aerei andata/ritorno per una spesa che realisticamente può aggirarsi intorno ai 2000 euro pro capite al mese (a meno che il dirigente sia dietro la porta, e, nel passato, ciò non pare essere accaduto; anzi…).
Sono da prevedere almeno 8 pernottamenti al mese in hotel presumibilmente di una certa dignità (cinque stelle?). Volendo ipotizzare che i dirigenti non siano collezionisti di stelle oppure abbiano a cuore il contenimento del bilancio dello Stato, la spesa pro capite mensile si potrebbe aggirare nei dintorni di 1000 euro.
Sono da prevedere 18 pasti al mese (se il dirigente può rinunciare ad una stella non può certo digiunare…), per i quali il costo per funzionario potrebbe collocarsi sui 600 euro.
Sono infine da mettere in conto le spese correnti (taxi, pullman etc.) con un’ulteriore spesa ad personam mensile di circa 500 euro.
Complessivamente la trasferta di un singolo dirigente viene a costare oltre 4000 euro al mese.
Ma allora, quanto costa un dirigente?
Attendiamo spiegazioni dall’Ufficio Stampa del MinCom.