La questione è molto intricata e riguarda il difficile rapporto tra RAI e Autostrade e il funzionamento della rete radiofonica informativa sul traffico autostradale in Italia.
Per capire a cosa ci stiamo riferendo occorre fare un breve excursus dei fatti. Nel 1989 – cioè, radiofonicamente parlando, nella notte dei tempi – la RAI aveva stretto un accordo con la società Autostrade per la creazione di un canale, denominato Isoradio 103,3 (per via della peculiarità di trasmettere ovunque sulla medesima frequenza), destinato a fornire informazioni sul traffico agli automobilisti in viaggio lungo la rete autostradale italiana. Nel corso degli anni, però, l’azienda radiotelevisiva di Stato non aveva portato a termine, come promesso, i lavori per la copertura totale degli oltre 3000 km di autostrade sparsi per il Paese. L’accordo prevedeva che la RAI mettesse a disposizione la propria struttura tecnica per la manutenzione degli impianti esistenti implementando la consistenza con nuovi al fine di coprire l’intero territorio; il tutto anche mediante il cospicuo corrispettivo offerto da Autostrade. Sennonché, tra il dire ed il fare c’erano di mezzo centinaia di impianti privati preesistenti rispetto a quelli pubblici. Diffusori che non sempre RAI ha potuto far risintonizzare oppure è riuscita ad acquistare. Così, nel giugno 2009 la seconda convenzione decennale che legava le due aziende è scaduta, lasciando di fatto campo libero alla concorrenza privata. L’insoddisfazione crescente dei vertici della società Autostrade per il servizio Isoradio (la cui qualità è facilmente verificabile da qualsiasi automobilista) ha fatto sì che venisse stretta una nuova intesa, questa volta con un’emittente commerciale: RTL 102.5, cioè una delle emittenti più dotate a livello impiantistico, con una copertura della popolazione italiana ormai quasi assoluta. Con in più l’invidiabile dote di 5,5 milioni di ascoltatori nel giorno medio. Con una certa sorpresa degli operatori, dalla scorsa estate il servizio sul traffico non è pertanto più esclusiva della RAI, che lo condivide a denti stretti con la rete di Lorenzo Suraci. Peraltro, RTL 102,5 è essa stessa una "isoradio", in quanto caratterizzata da una stessa frequenza (102,5 MHz) diffusa su gran parte del territorio nazionale ed integrata da efficienti "cerotti" (frequenze diverse di supporto) che ne rafforzano la copertura portandola vicina al 100% della rete autostradale. Vantaggio non da poco rispetto alla diffusione a macchia di leopardo di Isoradio 103.3, che, in zone di primaria importanza demografica e commerciale, si riceve addirittura su frequenze diverse da quella d’elezione. Per esempio, la rete RAI si ascolta sui 103.4 MHz nei primi 50 km della Roma-Civitavecchia e sui 103.2 MHz nei primi 20 km della Milano-Brescia. Inoltre, a differenza di quello di RTL 102,5, il servizio di Isoradio non ha subito alcun miglioramento negli ultimi anni (mentre nello steso lasso di tempo Suraci ha portato la sua radio dalla dimensione provinciale a quella nazionale); anzi, l’allarme lanciato la scorsa estate dall’Associazione italiana parenti delle vittime della strada si è trasformato in realtà quando l’ultima legge Finanziaria ha cancellato i 15 milioni promessi per la manutenzione dei 173 impianti già esistenti e l’ampliamento con nuovi relay lungo le autostrade. La giurisdizione di questi, infatti, è finita nelle mani di Autostrade, la quale, però, secondo quanto denunciato dalla RAI, starebbe gradualmente spostando il proprio interesse verso la concorrenza. Ma qual è la differenza tra i due servizi? Isoradio è una rete tematica, che fornisce informazioni 24 ore su 24, con aggiornamenti costanti, due collegamenti giornalieri con gli operatori del Centro Operativo di Viabilità di Autostrade ed interventi straordinari dagli operativi su strada nel caso di turbative ad alto impatto. Inoltre, punto principale, ha come “fornitore di contenuti” non solo la stessa Autostrade, ma anche il Cciss – Viaggiare informati, che comprende Aci, Anas, Aiscat, Polizia e Carabinieri. RTL 102.5, dal canto suo, ha il plus (difficilmente recuperabile da RAI) di una copertura capillare del territorio, della rintracciabilità delle sue frequenze, di un brand fortissimo e di un maggiore appeal di contenuti extratraffico. Il suo servizio consta di oltre venti collegamenti in diretta, tra le 6:30 e le 21:00, con gli operatori del Centro Operativo di Viabilità di Autostrade e interventi straordinari nel caso di turbative ad alto impatto. Non un servizio h 24, quindi, anche se in realtà, fa notare www.autostrade.it, neanche la RAI è mai riuscita ad assicurare una copertura fissa – se non in particolari periodi dell’anno o in occasione di eventi ad alta criticità – nella fascia 24:00 – 6:00. Al di là delle polemiche in corso da parte della concessionaria pubblica, che paga la propria inerzia e la scarsa propensione ad uno sviluppo strategico del proprio asset tecnico, non è difficile prevedere che il servizio RAI non subirà particolari cambiamenti in termini di ampliamento impiantistico o comunque di miglioramento del segnale. Al contrario dell’outsider RTL 102,5, la cui propensione ad investire sulle infrastrutture e nei contenuti è sempre stata evidente. Probabilmente i due servizi continueranno a convivere (come avviene con Radio Radicale e GR Parlamento), con una forbice qualitativa e di gradimento che tenderà però ad allargarsi sempre più a favore del dinamico privato. L’ennesima sconfitta per il servizio pubblico, che in vent’anni non ha saputo cogliere l’importante opportunità. A differenza di quanto accaduto in Francia dove, sulla scia di Isoradio – come scrive Alessandro Ferri sul bimestrale Broadcast di novembre/dicembre 2010 – sul finire degli anni Ottanta i nostri cugini avevano creato un servizio simile. Come spesso accade, l’Italia era arrivata prima, ma poi aveva gestito male il vantaggio. In Francia esistono diverse radio di informazione sul traffico, tutte ricevibili sui 107.7 MHz, ma facenti capo a realtà editoriali diverse e locali. Ognuna di esse fornisce un servizio pubblico, ma a livello locale. E, cosa importante, commerciale. La sopravvivenza delle radio, che forniscono un servizio di buon livello e nessuna delle quali versa in cattive condizioni, è garantita per metà dai pedaggi e per metà dagli introiti pubblicitari. Così, la copertura è globale, il servizio alterna musica, pubblicità e info h 24, e soprattutto non annoia i viaggiatori che stanno percorrendo la Parigi-Lione con notizie di rallentamenti causa cantiere tra Marsiglia e Tosa, in quanto ogni emittente locale dà informazioni solo sulla regione di competenza. Semplice, lineare ed efficace. E per ciò inadatto al nostro paese. (G.M. per NL)