Iso Radio

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RAI, con l’uscita burrascosa dal Tavolo Editori Radio s.r.l. il MOC cui è affidata l’unica (per ora) rilevazione sull’ascolto radiofonico italiano si sta isolando, posto che nessun altro player nazionale ha apertamente preso le sue difese?
Anzi, visto che la stragrande parte dei gruppi radio (fuori da quello RAI e dal comparto locale, quasi completamente distrutto) è stata premiata da questo 1° semestre 2023, nella sostanza, l’indagine TER sembra, indirettamente, osannata.
Sembra. Noi, per esempio, non crediamo all’isolamento RAI.

Iso Radio

Ci sembra, piuttosto, che ad isolarsi sia il comparto radiofonico, visto che a questo tipo di indagine non crede più nessuno.
Figurarsi se poi fossero vere le voci di cui daremo conto di seguito.

RAI può fare a meno del TER

Ma facciamo un passo alla volta.
Intanto, quel che traspare dalle parole dell’a.d. RAI Roberto Sergio è che la sua azienda può fare a meno del TER.

Solidità economica extra adv

D’altra parte, nel 2022 il gruppo multimediale pubblico ha visto crescere dello 0,9% i ricavi complessivi, ponendosi a quota 2,54 miliardi di euro (1,86 miliardi determinati dal canone, pari al 73,5% del totale ricavi e 531,6 milioni di euro provenienti dall’advertising, che pesa per il 20,9% dei giro d’affari).

Pacchetto radio

Le sue reti radiofoniche principali sono imprescindibili nelle pianificazioni (non fosse altro in quanto vendute a pacchetto con la tv) e certamente, per il 2024 – ammesso che RAI non si faccia promotrice di un’indagine alternativa a cui potrebbero aggregarsi altri soggetti -, provvederà a raccogliere dati autonomi di total audience attraverso istituti certificati.

TER può fare a meno di RAI?

Il TER invece può fare a meno di RAI?
Qualcuno dice di sì, ma tutti pensano di no.
E’ credibile un intervistatore che legge un elenco delle stazioni rilevate nel quale non compaiono quantomeno le reti 1, 2 e 3 RAI?
Su, dai, cerchiamo di essere seri. Almeno un po’…

Rilevatori che si rilevano

Sì, un po’ seri, perché sappiamo tutti che non è plausibile un’indagine con questa prospettiva.
Una rilevazione che rischia di danneggiare in termini di credibilità il mezzo radiofonico (italiano) più di quanto abbia già fatto in questi anni di mancata innovazione sia della governance (trasformandosi da Media Owner Committee, in quanto società partecipata solo dai rilevati stessi, a Joint Industry Committee, cioè popolata da tutti i attori del mercato di riferimento), che della tecnica di rilevazione (interviste telefoniche col metodo CATI), nonostante le continue sollecitazioni del mercato e degli enti di controllo.

Vigilanza Agcom

E proprio Agcom, cui  l’articolo 1, comma 6, lettera b) n. 11 della legge n 249/97 attribuisce la vigilanza sui sistemi di rilevazione degli indici di ascolto e di diffusione dei diversi mezzi di comunicazione, non potrà rimanere indifferente verso la situazione che si è venuta a creare.

Antitrust

Non solo: è molto probabile che presto interverrà sulla questione anche l’Antitrust, considerato l’impatto sul mercato che essa sta avendo.

Il limite del peggio

Non basta: se possibile, c’è anche di peggio.

Passo indietro

Anziché ammodernare quella che RAI ha, adeguandosi ad una nostra precedente definizione, descritto pubblicamente come una rilevazione “preistorica“, sembra che tra gli argomenti che approderanno al prossimo CdA del TER vi sia la folle pretesa di limitare l’iscrizione delle locali (già in gran parte sinistrate dall’ultima sessione semestrale) alle aree ove esse sono presenti solo in analogico.

Fine 2024. Se va bene

Almeno finché non sarà terminato il processo di attribuzione dei diritti d’uso DAB+ ai consorzi locali (cioè quantomeno fino a tutto il 2024).

Sperequazione senza fine

Situazione che aumenterebbe la sperequazione tra radio nazionali e locali, considerato che l’assegnazione delle frequenze ai consorzi delle prime è già terminata.

Anche i ricchi ridono

Se così fosse, si avrà la prova provata della completa assenza dal tavolo degli editori locali. Ed il tutto mentre i ricchi OTT del web fanno razzia indisturbati nella prateria dell’advertising che conta, con dati di audience istantanei.
Altro che prominence.

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