L’americana At&T in pole position nella gara per conseguire posizioni rilevanti tra gli OTT dello SVOD.
Dopo il periodo di lancio iniziale, dominato dal solito scetticismo, questa realtà si è trasformata in un ricchissimo nuovo mercato: ad oggi sono più di mille e sono diffusi, ormai in maniera capillare, in tutto il mondo.
Non è stato sicuramente raggiunto il picco massimo del mercato, ma il 2019 si preannuncia un anno di forte concorrenza: sia per la conquista del primato di OTT più seguito e con numero di utenti più alto, che tra produttori di contenuti, detentori di diritti tv e distributori.
Sembrava molto difficile – almeno fino allo scorso anno – che i produttori di contenuti originali e i possessori di diritti tv avrebbero cessato di collaborare con i colossi della pay tv e dello SVOD (Netflix su tutti): quasi certamente non succederà, ma cominceranno anche a fare da soli.
Come ha ribadito in molte interviste David Zaslav, a.d. e presidente del gruppo Discovery, i servizi on demand sono vivi ed esistono anche perché diffondono i contenuti che altri producono. Da questo presupposto è partito il proliferare di nuovi progetti OTT dello SVOD: perché rivolgersi a terzi quando è possibile creare una piattaforma per la diffusione dei propri contenuti?
Walt Disney e At&T ne sono un chiaro esempio. Obiettivo primario del gruppo di Topolino per il prossimo anno, come reso noto dal presidente Bob Iger, sarà lo sviluppo di una piattaforma streaming sulla quale saranno presenti le produzioni dei brand Disney, Pixar, Lucas Film, Marvel e Fox ad un prezzo più basso dell’abbonamento Netflix.
Disney, peraltro, non ha ancora spiegato cosa resterà dell’OTT dello SVOD Hulu, di cui detiene con Fox il 60% ed il resto diviso con Comcast (30%) e At&T (10%) dal momento che sta lavorando, appunto, per averne uno interamente proprio. Ma non solo, perché anche At&T, dopo aver rilevato Time Warner, vorrebbe far uscire entro la fine del 2019 il suo nuovo player che, almeno nella fase iniziale, diffonderà contenuti Hbo (di cui Time Warner è editore), Warner e Turner.
Per At&T si presenta una situazione analoga a Disney: Hbo ha già un suo servizio di streaming video on demand (SVOD), Hbo Now, ed anche Warner, Dc Universe, piattaforma interamente dedicata alle animazioni prodotte da Dc Comics. Anche in questo caso si dovranno attendere sviluppi: potrebbe nascere un grosso contenitore SVOD per tutte le proprietà At&T oppure lasciare inalterata questa diversificazione.
Sarà interessante seguire cosa accadrà, poiché lo streaming on demand è diventata una vera e propria giungla di applicazioni: ogni concorrente mira ad un contenuto originale e a fare in modo che il proprio utente non lo abbandoni per qualcos’altro; poiché, sulle piattaforme che già frequenta potrebbe trovare anche tanti altri contenuti di suo gradimento (filosofia esportata dal modello Netflix). E sarà interessante capire, da un lato, se il mercato sarà condizionato “dall’effetto Amazon” in vista dell’arrivo della piattaforma free parallela a Prime Video e, dall’altro, quali saranno le mosse degli italiani Tim Vision, NowTV, Infinity e gli altri per adeguarsi ai nuovi modelli di streaming stranieri. (D.D. per NL)