La tv online di Reed Hastings arriva a quota 190 paesi serviti diventando la prima tv mondiale. Per il 2016 in programma diversi titoli, molti autoprodotti, e una nuova tecnologia per lo streaming on demand.
L’annuncio è arrivato pochi giorni fa, in occasione del CES 2016 di Las Vegas, direttamente da Reed Hastings, ceo della nota compagnia di streaming online Netflix. Il servizio ha aperto i battenti in contemporanea per 130 nuovi paesi raggiungendo quota 190 nazioni illuminate e decretando la “nascita di una nuova rete televisiva globale via Internet”, secondo le parole dello stesso Hastings. Restano esclusi dal servizio soltanto Crimea, Corea del Nord, Siria e Cina anche se per quest’ultima l’azienda pare stia “esplorando alcune opzioni” per riuscire nell’approdo. I restanti paesi, invece, non vengono serviti per ragioni governative. Inoltre, nella stessa occasione, Hastings annuncia l’aggiunta del coreano, l’arabo e il cinese alle lingue disponibili sulla piattaforma che oggi arrivano dunque ad essere 20. Come già noto da tempo, per il nuovo anno, Netflix conta di puntare in prevalenza sui contenuti autoprodotti. Il motivo dietro a questa scelta strategica è da ricercare nelle difficoltà riscontrate all’interno del mercato dei diritti di riproduzione che opera su base regionale. Vista la situazione, piuttosto che combattere e discutere con organizzazioni e concorrenti locali, l’azienda decide di investire nella produzione. Lo scorso anno sono state diffuse sul portale (in tutti i paesi in cui è presente) 16 serie televisive. Un numero sicuramente non da poco ma che il gruppo conta di raddoppiare: ben 31 serie sono previste per il 2016, tutte prodotte da Netflix e tutte diffuse in ognuno dei 190 paesi in cui opera. Saranno inoltre presenti 10 film, 12 documentari, 10 speciali e 30 show per bambini. Non dimentichiamo, inoltre, l’accordo siglato con Disney che raccoglie tutti i prodotti Marvel, i cui diritti sono già stati sfruttati per produrre alcune serie come Daredevil. Infine, annuncio questo che risale a metà dicembre dell’anno appena trascorso, è in dirittura d’arrivo anche il sistema chiamato Per-Title Encode Optimization. Si tratta di una nuova tecnologia appositamente creata per lo streaming on demand il cui sviluppo è iniziato nel 2011 e che promette di essere in grado di adattare il bitrate e la risoluzione dei filmati a seconda del contenuto visualizzato, invece di fornirne un’associazione sistematica fra uno e l’altro. Il risultato ottenuto dovrebbe essere quello di avere contenuti complessi (come ad esempio i film, specie quelli con diversi effetti speciali) che mantengono la stessa qualità, occupando però meno banda (si parla di un 20% circa di riduzione). Dall’altra parte, i contenuti meno complessi (come i cartoni animati, che contengono meno dettagli visivi) finirebbero non solo per occupare meno banda, ma anche per avere una qualità visiva superiore grazie ad un quadro più nitido. Si tratta di un’innovazione molto importante, che consentirebbe sia di andare incontro alle connessioni meno potenti (le quali notoriamente hanno non poche problematiche ad utilizzare servizi come Netflix) che di ridurre le ripercussioni in termini di congestione della rete. Riguardo a quest’ultimo aspetto, vi basti pensare che Netflix negli Stati Uniti, attualmente, genera circa il 37% del traffico di rete del paese nell’orario prime time. (E.V. per NL)