La NBC ha di recente divulgato dei dati sugli ascolti ottenuti da Netflix e Amazon Instant Video. Anche se i numeri mostrano dei risultati non troppo superiori a quelli delle emittenti tradizionali, la loro attendibilità è in dubbio e Netflix li etichetta come falsi.
Durante una recente conferenza stampa tenutasi presso la Television Critics Association, l’emittente americana NBC ha rivelato dei dati che, a loro dire, mostrerebbero l’audience dei contenuti autoprodotti di Netflix, il noto portale di streaming online. Stando ai numeri diffusi, come spiegato da Alan Wurtzel (President of Research and Media Development di NbcUniversal) “non fanno presagire la morte della tv generalista”. Secondo quanto riportato, infatti, la serie più seguita del noto portale di streaming nell’arco di 35 giorni (Jessica Jones) avrebbe raccolto 4,8 mln di telespettatori, mentre sarebbero 3,2 mln quelli di Narcos e soli 644mila quelli di Orange is the new black. Inoltre, sono inclusi anche i dati riguardanti Amazon Instant Video che, con la sua The Man in the High Castle, avrebbe collezionato 2,1 mln di spettatori. Numeri che emittenti come la NBC masticano abitualmente. Eppure, questi dati che paiono riportare un ridimensionamento del fenomeno SVOD ritenuto abitualmente come rivoluzionario del settore, hanno qualcosa che non quadra. L’emittente americana si è affidata, per la raccolta, a Simphony Advanced Media, che a sua volta li ha recuperati grazie un software installato su smartphone e altri dispositivi e che sostanzialmente effettua un riconoscimento di contenuti audio. Su di un campione di 15.000 persone della fascia di età 18-49 (non particolarmente rappresentativo), si è riuscito a stabilire quali utenti hanno visualizzato un determinato contenuto in base ai soundtrack ascoltati sul terminale. La risposta di Netflix non si è fatta attendere, ed è arrivata dal suo chief content officer Ted Sarandos il quale, durante una conferenza stampa, si è chiesto sia “il motivo per cui a NBC avrebbe usato la loro pausa pranzo per parlare dei nostri ascolti” sia quale sia stata “la metodologia secondo la quale sono stati raccolti questi dati, che non riflettono niente di quelli reali”. La tensione insomma è palpabile, e deriva principalmente dal fatto che il servizio di streaming online di Reed Hastings non diffonde i dati di ascolto, non rientrando quindi nelle statistiche Nielsen, mentre i broadcaster tradizionali, negli ultimi periodi, registrano una frenetica perdita di ascoltatori. D’altronde è facile comprendere il perché di questa scelta: Netflix è un sito che non vende spazi pubblicitari di alcun tipo e che quindi non ha interesse nel divulgare le statistiche sulle visualizzazioni, dal momento che il suo modello di business si basa su altro. Probabilmente, NBC ha semplicemente voluto passare al contrattacco nella diatriba ancora aperta con i concorrenti over the top, ma questa è solo una supposizione. Che sia vero o meno, rimane solo da chiedersi come mai, fra tutti i servizi di streaming online concorrenti, quello risparmiato dalla divulgazione dei citati dati sia proprio Hulu, di cui la stessa NBC è comproprietaria. (E.V. per NL)