Una delle operazioni societarie dello scorso anno, che ha ampiamente occupato le pagine dei giornali, è quella conclusasi con l’acquisizione da parte di The Walt Disney Company di alcuni asset della 21st Century Fox.
Il pacchetto oggetto del passaggio include gli studi cinematografici e televisivi, le reti di intrattenimento via cavo e le attività televisive internazionali; rimangono invece fuori Sky (andata a Comcast) e alcune attività nel settore delle news e dello sport. Un affare da 71,3 miliardi di dollari che ha, prima, avuto l’approvazione della Commissione europea (condizionatamente alla cessione di partecipazioni) e che, a fine 2018, ha visto il placet dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Trattandosi di soggetti operanti nel Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC), l’Agcom ha infatti dovuto verificare, come di consueto, il rispetto dei limiti indicati dal Testo Unico dei Servizi di Media Audiovisivi e Radiofonici (D. Lgs. 177/2005). Nella delibera, il commissario relatore Mario Morcellini ha spiegato come il soggetto risultante dall’operazione non superi i limiti imposti dal TUSMAR: con riferimento alle autorizzazioni per il digitale terrestre, Fox ne porta tre per i canali in chiaro in ambito nazionale, mentre Disney ha solo autorizzazioni a pagamento e, pertanto, non viene oltrepassato il tetto previsto.
Per quanto riguarda il rispetto dei limiti anticoncentrativi, si legge che “l’operazione in esame non risulta idonea a consentire il conseguimento da parte di The Walt Disney Corporation, anche attraverso società controllate o collegate, di ricavi superiori al 20% dei ricavi complessivi del SIC”. Infine, viene evidenziato come l’insieme dei gruppi partecipanti all’operazione non consegua ricavi nel settore delle comunicazioni elettroniche superiori al 40% dei ricavi complessivi di tale settore. Di conseguenza, l’antitrust italiano ha deciso di non avviare l’istruttoria e, quindi, di dare il proprio assenso.
Dopo questa importante acquisizione e a seguito degli assensi delle autorità competenti, Bob Iger – Ceo del gruppo – ha ora i riflettori puntati: tutti sono, infatti, interessati a sapere quali saranno gli sviluppi a livello globale.
La novità più attesa riguarda, ovviamente, il servizio di streaming video on demand: per sapere i dettagli dell’offerta – o, quantomeno, alcune anticipazioni – bisognerà però attendere la data dell’11/04/2019, quando, in occasione del Disney Investor Day, verrà presentata la piattaforma Disney+.
In una nota pubblicata sul sito del gruppo, Iger ha così dichiarato: “La nostra priorità è di sfruttare appieno i nostri marchi globali e gli ottimi contenuti per creare intrattenimento di prim’ordine diretto al consumatore. Abbiamo la struttura e il management per guidare la crescita nel nostro business DTC [Direct-To-Consumer, ndr] e l’acquisizione della 21st Century Fox migliora ulteriormente la nostra capacità di offrire ottima qualità a consumatori ed azionisti”.
Ed è proprio il connubio delle produzioni di casa Disney con quelle targate Fox che pone questo nuovo servizio SVOD – atteso entro la fine di quest’anno – all’altezza degli OTT del settore, Netflix e Amazon in primis. Con riferimento all’utenza, gli analisti della banca d’investimento Ubs prospettano per i primi 12 mesi di servizio ben 5 milioni di abbonati a Disney+ e addirittura 50 milioni nei primi cinque anni.
Ma non è tutto oro ciò che luccica: all’interno del grande universo di Topolino qualche conto in rosso c’è. Hulu – la piattaforma video detenuta al 60% dalla Disney – se da un lato può vantare 25 milioni di abbonati e un ricco catalogo; dall’altro, stando ai dati riportati sul quotidiano Italia Oggi, ha una perdita di 580 milioni di dollari che si va a sommare a un precedente buco di 421 milioni. Anche BAMTECH Media, società acquisita nel 2017, essenziale per il supporto tecnologico fornito ad ESPN+, registra una perdita di 469 milioni di dollari.
Entrambe, nonostante i bilanci in negativo, risultano però strategiche per lo sviluppo di Disney+: la prima per il pubblico che riesce a raccogliere e per i contenuti offerti, la seconda per l’apporto che potrà dare dal punto di vista tecnologico.
Insomma, dopo la sudata conquista della Fox, Bob Iger e tutto il suo team hanno ancora molto da fare e, nel frattempo, si attende l’11/04/2019 per quello che potrebbe essere definito Disney+ Day. (G.C. per NL)