Con il debutto di Apple TV+, avvenuto lo scorso 01/11/2019, il settore dello streaming video on demand vacilla.
Secondo quanto riportato in un comunicato stampa della casa madre di Cupertino, in California, Apple TV+ è il “primo servizio di streaming video in abbonamento con contenuti interamente inediti creati dai migliori talenti del cinema e della tv, disponibile in tutto il mondo con l’app Apple TV al costo di 4,99 euro”.
Come poi ha dichiarato Jamie Erlicht, responsabile Apple di Worldwide Video “Apple TV+ è un servizio di streaming globale senza precedenti con una programmazione completamente inedita”.
È in atto la guerra di potere tra piattaforme svod
Un altro temuto protagonista, dunque, si affaccia nell’affollatissimo mercato degli OTT, sgomitando tra le altre piattaforme SVOD, quali NbcUniversal, Disney+, Hbo Max.
Ormai si tratta di una vera e propria guerra di potere, volta più che altro ad accalappiare utenti. Ma di fronte a questi continui ingressi di player che puntano molto sulla qualità e sui contenuti, pur mantenendo il prezzo al ribasso, rimane il dubbio se tutti questi big dello streaming possano continuare a sopravvivere in un mercato ormai saturo.
I FAANG: i primi rivali
Innanzitutto va considerato il fatto che i nuovi entranti devono fare i conti con i FAANG (acronimo che indica i big del digitale, ossia Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google). Questi ultimi, stando ad una ricerca condotta dalla società Ovum riportata sul quotidiano Italia Oggi, sarebbero gli stakeholder maggiori: la loro quota sugli abbonamenti streaming supera il 60%, i loro ricavi nell’AVOD (Advertising Video On Demand), invece, sarebbero in crescita dal 39% al 43%.
Data la loro massiccia presenza nel business, confermata anche dai dati, gli OTT rappresentano una forza insormontabile da parte di tutti gli altri player. Il risultato? È veramente difficile competere con questi soggetti che, tra l’altro, sono anche leader nella tecnologia e nel digitale, avendo in tal senso tutti i mezzi a disposizione per fare ingenti investimenti.
“I Faang includono le aziende più innovative, dirompenti e più grandi di sempre che competono nella distribuzione dell’intrattenimento”, ha dichiarato Ed Barton, chief analyst of the entertainment practice di Ovum. “Queste aziende hanno costruito posizioni dominanti nei segmenti chiave della distribuzione video: abbonamenti OTT e pubblicità. Questa situazione sta rendendo la vita molto difficile ai servizi video concorrenti che cercano di ottenere un buon posizionamento”.
Quale sarà il destino dei player minori?
Inutile dire che, per cercare di emergere nel mercato e tenere testa agli OTT, le varie piattaforme dovranno effettuare grossi investimenti e sopportare altrettante perdite.
Su questo fronte Disney – il cui servizio in streaming Disney+ è atteso in Italia a partire dal 31/03/2020 – ha confermato la disponibilità di un pacchetto con i contenuti di Espn+ e Hulu. Ma non solo. Il gruppo Walt Disney ha inoltre stretto un importante accordo con Verizon per offrire ai clienti broadband e mobili della telco americana un anno di abbonamento gratuito alla piattaforma svod. Partnership a parte, per i player minori il futuro non sarà così roseo. Per questi ultimi si ritiene più probabile che siano costretti a chiudere definitivamente o a valutare fusioni con altre società.
“I Faang festeggiano mentre i giganti dell’intrattenimento si preparano a perdere miliardi di dollari creando piattaforme video dirette al consumatore”, fa sapere Barton, che conclude “è probabile che l’intero settore dei video OTT subirà perdite. Le aziende rimaste in piedi nel 2025 avranno l’opportunità di modellare il futuro a lungo termine della distribuzione dell’intrattenimento, ma avranno pagato un prezzo molto alto”. (G.S. per NL)