Sky avrebbe tentato il tutto per tutto, offrendo a Dazn 500 mln per la distribuzione delle partite di Serie A in co-esclusiva. La piattaforma Ip dal canto suo, rispedendo l’offerta al mittente, avrebbe sancito la fine dell’era Sky nella distribuzione delle partite del massimo campionato italiano in esclusiva.
Evoluzione (stra)giudiziale
Questo cambio di strategia da parte dell’emittente arriva a seguito del ricorso depositato presso il Tribunale di Milano contro Dazn. La società di proprietà del gruppo Comcast dovrà ora cercare di non perdere iscrizioni, potendo inoltre contare su un risparmio stimato di più di 3 miliardi in tre anni.
Il blocco limita l’offerta
Sky per 15 anni si è occupata in regime di sostanziale monopolio del massimo campionato di calcio italiano, ma a fronte di una sentenza del 2020 del Consiglio di Stato, si è vista imporre il blocco sulla distribuzione in esclusiva fino al 2022. Tale blocco ha limitato di molto l’offerta del broadcaster durante il bando per l’assegnazione dei diritti di Serie A, vinto da Dazn. Quindi per fronteggiare questa mancanza, l’ex società di Murdoch ha dovuto nuovamente cambiare approccio con la Ip TV britannica.
Cambio di strategia
Questa volta Sky si è resa protagonista di una proposta alla diretta concorrente. Tale offerta arriva a poche settimane di distanza dal ricorso presentato da Sky in merito alla legittimità delle operazioni di assegnazione dei diritti di Serie A e rappresenta per il broadcaster l’ultima vera spiaggia per non uscire dal panorama calcistico italiano.
I dettagli dell’offerta
Sky ha infatti messo sul piatto 500 mln di euro per avere la possibilità di trasmettere le partite in co-esclusiva, mediante dei canali dedicati a Dazn, presenti sia nell’offerta satellitare che sull’app SkyQ.
L’OTT dice no
La risposta della piattaforma londinese non è tardata ad arrivare. Dazn ha rispedito subito l’offerta al mittente. La strategia adottata da Sky per poter “rientrare in gioco” è andata letteralmente in fumo. Gesto che ha evidenziato l’importanza dell’accordo stipulato in precedenza con Tim Vision.
Rapporto di esclusiva
La differenza sostanziale sta nel fatto che l’intesa raggiunta in precedenza tra Dazn e Tim Vision si basa su un rapporto di esclusività e che alleggerirà la spesa della IP britannica di 350 mln l’anno.
Servizio e abbonamento
Inoltre, l’accordo stipulato tra la piattaforma e l’azienda italiana è finalizzato a sviluppare e migliorare questo tipo di programmi in streaming. Cercando di creare un’esperienza sempre migliore per il cliente a prezzi facilmente accessibili a tutti (19,99 euro al mese per il primo anno).
Resta la co-esclusiva
Sky, che si è vista rifiutare la proposta, dovrà trovare un escamotage per sopperire alla mancata aggiudicazione delle partite in esclusiva a partire dal prossimo anno. Tali mancanze potranno essere coperte, anche se in minima parte, dalle 3 partite di Serie A che è riuscita ad aggiudicarsi in co-esclusiva per 90 mln di euro, oltre che le partite di Champions League, sempre in co-esclusiva, per 120 mln.
A conti fatti
Ma per quanto la società sia tagliata fuori da un grosso mercato come quello calcistico italiano, può dirsi “fortunata”. Questo perché ponendo in relazione le spese dei prossimi 3 anni con quelle del triennio passato, la società potrebbe risparmiare all’incirca un miliardo di euro l’anno.
Serie A e Champions League
La società infatti, nello scorso triennio, deteneva l’esclusività delle partite di Serie A e di Champions League. Le due competizioni assieme generavano costi rispettivamente di 783 mln e 300 mln di euro l’anno e, complessivamente, di 1,1 mld di euro. Spese che invece nel prossimo triennio dovrebbero essere di poco superiori ai 200 mln di euro.
Calo di ascolti
Il risparmio generato dall’assenza dei diritti di Serie A, potrebbe aiutare Sky a limitare i danni. Infatti, le somme non utilizzate per i diritti televisivi potranno essere investite per ampliare l’offerta della società. Limitando così la probabile perdita di sottoscrizi in favore di Dazn. (E.T per NL)