IP Tv. Chili: fatturato sui 55 milioni e Ebitda negativo di 13 milioni. Tacchia: “Lavoriamo soprattutto sulla profondita’ del catalogo e sui prezzi”

tacchia

Alla fine il business plan al 2020 sviluppato dalla piattaforma Chili si è rivelato molto ambizioso. Come abbiamo scritto nelle pagine di questo periodico, l’obiettivo del player era di raggiungere i 300 milioni di ricavi, con un Ebitda di 50 milioni di euro. Ora, invece, si stima un fatturato 2019 vicino ai 55 milioni di euro (raddoppiato rispetto al 2018) con un utile prima di interessi, tasse, svalutazioni e ammortamenti negativo per un po’ meno di 13 milioni.
Allo stesso modo, sul fronte degli utenti fidelizzati, il TVOD made in Italy sembrerebbe essere ancora lontano dal conquistare l’ambiziosa quota di 15 milioni di registrazioni entro il 2020. Anche se ben radicata nel nostro Paese (grazie anche alla prestigiosa compagine di azionisti che la compone) ed espansa nei mercati europei di Germania, Austria, Polonia e Regno Unito, la piattaforma di streaming transazionale conta oggi all’incirca 3 milioni di clienti.

Ma nonostante i dati siano ben diversi dalle aspettative, il ceo e founder Giorgio Tacchia guarda con positività al futuro della società: “Ormai da un po’ di tempo raddoppiamo regolarmente i ricavi anno dopo anno. Il rosso è allineato agli obiettivi di budget, per un’azienda che deve ancora crescere per raggiungere una dimensione, una scala adeguata in questo business”.
Del resto, in un mercato ormai saturo com’è quello degli OTT dello streaming on demand bisogna sempre fare i conti con i nuovi protagonisti entranti (tra questi, Disney, Warner, Viacom ecc.) “che tolgono il loro prodotto a piattaforme come Netflix e che frammentano il mercato”, commenta Tacchia sul quotidiano Italia Oggi. “Curioso che i vari colossi dell’audiovisivo all’inizio siano partiti tutti da soli, poi si sono aggregati in piattaforme tipo Netflix o Sky. Adesso si disaggregano di nuovo tutti e ciascuno si fa il suo over the top a pagamento. Ma secondo me tra poco ci sarà una nuova riaggregazione, tipo quella già in atto su Roku, o su alcune telco alla Vodafone che riaggregano tanti canali. O tipo Chili, che a sua volta riaggrega tutto”.

Intanto, i vertici di Chili continuano a non temere la concorrenza ribadendo che la loro forza sta nella tipologia di servizio offerto, del tutto differente rispetto agli altri player: “Siamo complementari a tutti, in un mercato che cresce molto, e abbiamo un’offerta senza abbonamenti e diversa dagli altri: film, merchandising, servizi, profondità del catalogo. Questo ci aiuterà a raggiungere una scala più importante”, spiega Tacchia “Lavoriamo soprattutto sulla profondità del catalogo e sui prezzi: da noi si trova tutto, i film di Star Wars e quelli di Luchino Visconti; e quanto ai prezzi, almeno il 50% dei film è sotto i 3 euro, mentre il 15-20% è sotto 1 euro”.
Da ottobre, infine, ci sarà la possibilità di acquistare i prodotti Chili su Apple. Questa rappresenterà senz’altro una grossa opportunità per crescere, insieme ad altri progetti in atto: “Si apre il 45% del mercato e ci sono spazi per crescere ulteriormente. Noi già ora stiamo lavorando con Samsung alle smart tv 2020-2021 e siamo tra i pochissimi player entrati nel consorzio dell’8K”, chiosa Tacchia. (G.S. per NL)

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