Lo streaming video on demand (SVOD) è una delle macchine da soldi più redditizie del mercato: nel corso di pochi anni è riuscito a radunare eserciti di abbonati che resistono al continuo evolversi del panorama dei media e delle offerte multimediali.
Gli Stati Uniti mantengono la leadership per quanto concerne la mole di tali abbonamenti. I soggetti che si affacciano in questo settore sono sempre di più e la loro attività è in grado di incidere su più fronti, offrendo servizi sempre più variegati: un esempio è Movies Anywhere, una piattaforma attiva, al momento, solo negli Usa, che consente di riunire in un unico database tutti i film scaricati, comprati o visti in streaming da ciascun utente, ricreando una vera e propria libreria personale.
Come riportato sul sito di Futuresource Consulting, David Sidebottom, analista della società americana che si occupa di ricerca e analisi di mercato, ha dichiarato che l’utilizzo della fruizione pay via IP continua a rafforzarsi: ad oggi si contano 125 milioni di sottoscrizioni a tali abbonamenti negli USA. Nonostante la platea SVOD costituisca ancora solo il 10% del mercato totale della pay tv, tale percentuale sembra, dunque, destinata a crescere, sotto la spinta della continua ascesa dei servizi e delle piattaforme sempre più trasversali.
Anche sul fronte europeo l’andamento del settore dei video a richiesta si mostra più che incoraggiante: Kagan, gruppo di ricerca e analisi statistica interno alla società S&P Global Market Intelligence, ha prospettato che nell’arco dei prossimi 5 anni avrà addirittura ricavi per 6,8 miliardi di dollari. Tra i fattori determinanti si collocano, sicuramente, la presenza del colosso Netflix in tutto il continente; il successo, anche in Europa, di Amazon Prime Video; l’esordio di nuove piattaforme quali Showmax e HBO. Nello specifico, Netflix detiene il primato delle sottoscrizioni in tutti gli Stati europei, con l’esclusione della Germania (in cui domina Amazon Prime Video), della Polonia e della Russia. Il gigante dello streaming online, infatti, sta continuando ad investire ingenti somme per rendere disponibili sul mercato europeo anche produzioni nazionali. Per quanto concerne l’Europa orientale, invece, i servizi nazionali e locali continuano a dominare nonostante il confronto con i big dello SVOD.Come si evince dal grafico sopra riportato, la gran parte degli abbonati europei si concentrano nel Regno Unito, che detiene più del doppio degli utenti attivi della Germania nel 2017; si tratta di numeri che, secondo Kagan, sono destinati a salire. In particolare, secondo il portale Deadline, Netflix avrebbe addirittura doppiato il numero di utenti iscritti di Amazon Prime Video, anche grazie all’appeal esercitato sul pubblico anglosassone da prodotti di punta quali The Crown o, più in generale, da esclusive Netflix di successo planetario quali Stranger Things o Black Mirror.Secondo quanto diffuso da una nota di Barb (Broadcaster’s Audience Research Board), “il mercato SVOD sta attraversando un periodo di crescita in Uk; più di 9 milioni di famiglie nel Regno Unito sono attive su piattaforme SVOD.” Se si considera poi che è possibile iscriversi a più di un servizio, il numero di sottoscrizioni a servizi di video a richiesta può solo aumentare.
Infine, non si può tralasciare l’enorme riscontro di pubblico ottenuto dalle piattaforme online emanazione degli editori tv tradizionali che – tramite esse – propongono un servizio on demand (si pensi, ad esempio, a Now Tv di Sky).
Il passaggio dai contenuti lineari a quelli “a domanda” è una tendenza che si sta sempre più rafforzando, sulla scia del grande successo delle citate proposte SVOD: si tratta di una strategia molto efficace per attirare i non iscritti alle pay tv, offrendo contenuti differenziati da pagare in base alla scelta di singoli pacchetti, garantendo un accesso mirato da schermi diversi rispetto al tradizionale televisore. (A.C. per NL)