L’Unione Europea fa passi in avanti verso l’affermazione di una nuova libertà fondamentale, quella della portabilità: il Parlamento europeo ha recentemente approvato la proposta legislativa di abolizione del geo-blocking nella fruizione dei servizi di piattaforme di contenuti on-demand, come Netflix, SkyGo, Spotify, Amazon Prime, Mediaset Play e molti altri. La proposta è ora in discussione al Consiglio europeo e, una volta trasformata in regolamento, consentirà ai cittadini europei di utilizzare le piattaforme di distribuzione di contenuti musicali, sportivi, cinematografici, televisivi e di videogiochi cui sono regolarmente abbonati nel proprio Stato di residenza, anche negli altri Stati membri. Il provvedimento rappresenterebbe una conquista per i cittadini, ma anche un’apertura importante verso la creazione del mercato digitale unico che le istituzioni auspicano: il regolamento farebbe parte di un più ampio pacchetto, inclusivo di altre misure già approvate, come quella dell’abolizione del roaming che partirà dal prossimo 15 giugno, o ancora in fase di discussione informale, come l’eliminazione del geo-blocking per l’acquisto di prodotti su negozi online. Un limite concreto alla portata del regolamento resta quello della tutela del diritto d’autore. La coesistenza di legislazioni in materia diverse da Paese a Paese, crea resistenze alla portabilità europea dei contenuti di intrattenimento da parte di broadcaster e content provider, che ritengono indispensabile l’ancoraggio alla territorialità proprio per questioni di copyright. La sintesi di queste posizioni si è condensata nella proposta di legge – già soprannominata “liberalizzazione dello streaming” – sotto forma di “portabilità limitata”: l’utilizzo all’estero degli abbonamenti è consentito solo temporaneamente, come nel caso di vacanze o trasferte per motivi di studio o lavoro. La fruizione di contenuti oltreconfine protratta nel tempo da parte di un abbonato che non è all’estero per un periodo limitato, ma si è trasferito definitivamente in un altro Paese UE, costituisce un abuso che le aziende potranno reprimere con “misure efficaci e ragionevoli”: tra gli strumenti a disposizione per verificare la legittimità dell’utilizzo da parte dell’abbonato, i content provider – prestando le opportune garanzie relatve alla raccolta e trattamento dei dati – avranno facoltà di controllare i documenti di identità, i dettagli di pagamento, i recapiti postali e l’indirizzo IP. (V.D. per NL).