Mentre in Italia il regolatore ingessa il sistema con tecnologie anacronistiche per attempati editori radiotelevisivi ormai interessati più a difendere le rendite di posizione che a guardare oltre il recinto nel quale si stanno richiudendo, la FCC statunitense sbriglia il mercato liberando 14 GHz per lo sviluppo della banda larga mobile a 5G.
Le idee del controllore dell’etere a stelle e strisce sono chiarissime: 1) le telco hanno bisogno di sostenere molto più traffico per utente; 2) occorre ragionare in GB, e non più in MB; 3) non spetta ai governi stabilire i formati tecnologici, ma al mercato; 4) il claim dell’immediato futuro sarà “banda larga ovunque e per chiunque” (anche per questioni giuridiche legate all’accesso ad un bene di prima necessità). Da noi entro il 2020 le tariffe saranno flat; il limite di download dagli smartphone sarà così elevato da essere considerato virtualmente infinito e il 98% delle nuove auto sarà interconnesso. Ciò determinerà un’impennata nella fruizione di servizi streaming audio/video: non è un caso che Google stia lavorando alacremente su un motore di ricerca dedicato agli automobilisti che consentirà, attraverso un touch screen (e comandi vocali), di accedere a IP Radio, navigatore, meteo, traffic news e, ovviamente, gl’immancabili suggerimenti sulle opportunità commerciali nelle vicinanze del luogo di transito. A ciò si aggiunge la rivoluzione LTE broadcast che riscriverà completamente le modalità di distribuzione dei segnali radiotelevisivi.