Notizie, notizie, notizie. Verificate, verificate, verificate”. Lo ha detto Ferruccio De Bortoli rivolgendosi ai giornalisti del Corriere della Sera per la prima volta dalla designazione alla direzione del quotidiano di via Solferino. De Bortoli si è rivolto ai futuri colleghi con un appello a “rispettare di più il diritto del lettore ad avere una rappresentazione onesta della realtà “, sottolineando comunque la continuità della propria visione rispetto alla storia della testata. “E’ bello ed emozionante ritrovarvi”, ha detto De Bortoli tra l’altro ricordando la propria “esperienza trentennale” in un giornale “dove sono entrato come cronista. E tale spero di rimanere”. Rispetto al direttore uscente, Paolo Mieli, ha ricordato come “non c’é solo amicizia ma forte continuità professionale e culturale. Mieli continuerà a scrivere, e io ne sono onorato, sul suo giornale. Come fece quando ereditò la rubrica di Montanelli, che lui riportò al Corriere”. "Oggi i giornali sono in crisi anche perché si occupano di una percentuale infinitamente piccola della vita quotidiana dei propri lettori", ha detto De Bortoli dopo aver ricordato i profondi cambiamenti in atto nell’informazione. "Vi dev’essere una ragione profonda che lega il lettore al proprio quotidiano. E questa ragione sta nella qualità e nella credibilità dell’informazione", ma anche nella "capacità del giornale di rappresentare la comunità a cui si rivolge" e "di difenderla nei suoi bisogni, persino nelle sue paure". "Insieme faremo un buon giornale, serio, onesto, costruttivo, libero, inattaccabile per qualità e competenze", ha detto in un intervento articolato e in cui ha tra l’altro ricordato anche Enzo Biagi e Dino Buzzati. In chiusura, ha rivolto un pensiero a Walter Tobagi e Maria Grazia Cutuli, "uccisi semplicemente per aver fatto il proprio lavoro". "Il prezzo della libertà di stampa – ha detto – è anche questo e noi non dobbiamo mai dimenticarcelo". (ANSA).