(ADUC.it) – Catiuscia Marini, deputato Pd/Pse e membro della commissione mercato interno e tutela dei consumatori, ha presentato un’interrogazione scritta alla Commissione Europea in cui evidenzia i rischi legati all’eventuale aumento del canone di unbundling, cioe’ il prezzo all’ingrosso pagato dagli operatori concorrenti per l’affitto delle linee in rame di Telecom Italia.
Secondo l’On. Marini l’unbundling della rete locale dell’ex monopolista è uno degli elementi fondamentali che nell’ambito delle misure previste dall’attuale normativa europea per la liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni si è dimostrato efficace nel consentire lo sviluppo della concorrenza infrastrutturale e di offerte vantaggiose per i consumatori. La Marini avverte che la richiesta di Telecom Italia di aumentare il prezzo del servizio di unbundling “rischia di limitare fortemente la concorrenza e di bloccare la discesa dei prezzi nelle comunicazioni fisse”.
La Marini prosegue affermando che l’AGCOM, approvando un aumento del canone di 0.91 Euro, secondo la proposta sottoposta a pubblica consultazione, rischia di determinare, dopo la stangata da oltre 200 Mln Euro determinata dall’aumento del canone residenziale, un ulteriore aggravio della spesa per i consumatori italiani di circa 60 Mln euro nel 2009. Per questo la Marini invita la Commissione Europea a verificare che “in un periodo di grave crisi economica, l’AGCOM consideri nella giusta misura e dia priorità agli interessi dei consumatori italiani rispetto a quelli contabili e finanziari dell’operatore ex monopolista”. Secondo la normativa europea, infatti, ogni aumento dei prezzi di accesso alla rete può essere accordato dall’Autorità di settore solo ove sia verificata l’esistenza di maggiori costi sottostanti. Per la Marini, nel caso in questione “non esistono valide argomentazioni contabili per l’aumento. Attenzione allora a non costituire un pericoloso precedente in Europa – continua la deputata – perché a rimetterci sarebbero i consumatori e gli investimenti per lo sviluppo di nuove reti a banda larga, che rappresentano uno degli obiettivi auspicati dalla Commissione Europea”.
L’interrogazione chiude cosi’:
non ritiene la Commissione che l’eventuale approvazione di tale aumento evidenzi un’eccessiva attenzione da parte di AGCOM in favore dei problemi contabili e finanziari dell’operatore incumbent, piuttosto che ai problemi dei consumatori italiani?