Sebbene due terzi di questo mondo viva ancora all’oscuro di qualunque tecnologia informatica, tra l’altro non necessariamente evoluta, la restante parte del pianeta sta per essere raggiunta, praticamente ovunque, da una connessione ad internet. La fame di web è tanta; il desiderio di avere accesso ad una linea veloce per consultare la rete è altrettanto forte; le possibilità di ottenere un pianeta “connesso”, anche nei suoi luoghi più remoti, comincia ad interessare il grande pubblico e non solo per una questione di curiosità. L’esempio più recente ed eclatante è quello del Monte Athos, la microrepubblica monastica greca nella quale, non solo è vietato l’accesso alle donne, ma anche a qualunque uomo che non fosse sinceramente interessato a studio e meditazione. Lì i monaci ortodossi sono raggiunti da una linea wireless alimentata ad energia solare e si sentono finalmente parte del proverbiale villaggio globale, proprio perché, paradossalmente, più vicini al mondo e a quanto vi ci accade. Altro caso degno di nota è quello della base italiana con sede in Antartide, dalla cui postazione i ricercatori lavorano abitualmente online, sfruttando la connessione wireless agganciandosi al satellite. Stessa strategia adottata dalle ong della Fondazione Mondo Digitale che avrebbero portato un programma di alfabetizzazione informatica fino ai punti più remoti del deserto del Sahara. E se dovessero mancare le attrezzature adatte, alcuni esperti dell’università di San Francisco spiegano online come sfruttare una qualunque rete wi-fi fabbricando autonomamente un’antenna primitiva (ma non troppo) costruita su una scatola di patatine Pringles (in merito su YouTube si possono trovare alcuni video illustrativi molto interessanti; per trovare i migliori cercare “pringles wifi”). Ultimo, ma naturalmente non per importanza, si fa sentire il Politecnico di Torino che tenterà di attraversare la foresta amazzonica con la messa a punto di un nuovo prototipo di comunicazione senza fili a lunga distanza. All’equipe torinese è già stato attributo un riconoscimento mondiale: il professor Daniele Trinchero e collaboratori sono infatti riusciti a creare un collegamento wireless da trecento chilometri, da Capanna Margherita sul Monte Rosa, a Pian Cavallaro sull’Appennino Toscano. (Marco Menoncello per NL)