A volte ritornano. Ma quando succede nel settore delle telecomunicazioni digitali non è detto che sia un successo. Soprattutto se l’esperienza è segnata da un flop non del tutto chiarito.
Stiamo parlando di CuboVision, lo strombazzato decoder DTT e web di Telecom Italia (TI) sul quale la nostra redazione non ha ancora avuto modo di mettere le mani (nonostante le promesse di Telecom Italia di consentirci un test preventivo). Il decoder squadrato, all’inizio dell’anno, avrebbe voluto stupire il panorama televisivo italiano integrando il web nella tv di casa, inserendosi nella scia di apparecchi simili già diffusi nel mondo. In realtà, ad oggi, CuboVision è riuscito a catturare l’attenzione solo per via dell’originale scocca (sembra un tostapane degli anni ‘60), visto che la vendita è stata bloccata dopo aver accertato la presenza di problematiche tecniche che ne compromettevano l’utilizzo. Ora però TI sembra decisa a tentare il rilancio del decodificatore (quasi) unico. Sennonché il periodo in cui tenterà il bis pare ben più difficile, posto che, entro dicembre, sbarcheranno anche in Italia Apple Tv e Google Tv, soluzioni tecnologiche col medesimo target (la prima caratterizzata da un decoder esterno con connessione ad internet, la seconda dall’evoluzione tecnologica dei televisori a marchio Sony). Ma a complicare le cose per TI, oltre all’ingombrante presenza di competitor di spessore come quelli citati, c’è anche il fatto che la platea di riferimento in questi pochi mesi, con l’avvento dei primi tv internet ready, si è formata sull’argomento e sta diventando più esigente e attenta alla gamma di chance offerte da ogni device. Con la conseguenza – non da poco – che difficilmente concederà a Telecom Italia un’altra possibilità senza l’assoluta, preventiva, certezza che Cubovision 2.0 non solo sarà al livello degli antagonisti, ma ben al di sopra di essi. Noi, intanto, le promozioni a scatola chiusa per CuboVision continuiamo a non farle. (M.M. per NL)