da Franco Abruzzo.it
Udine, 18 luglio 2008. La pubblicità su internet è troppa, invadente e ostacola la navigazione. E’ questa l’opinione diffusa tra gli internauti che hanno partecipato alla ricerca-pilota condotta on-line da Adlab@go, il Laboratorio di ricerca e pratica pubblicitaria dell’Universita’ di Udine a Gorizia, su un campione di 244 utenti Internet in maggioranza residenti nel Nord-Est. La ricerca ha rilevato che i principali ostacoli all’efficacia persuasiva della pubblicita’ nei siti ‘Social Network’, come ad esempio You Tube, My Space o Flickr, potrebbero nascere proprio dall’eccessiva quantita’ di pubblicita’, dalla sua invadenza e dal rischio percepito di violazione della privacy. Finanziata dall’Universita’ di Udine, la ricerca e’ stata svolta tra aprile e giugno con metodo Cawi (‘Computer Aided Web Interview’), ovvero questionario somministrato via computer, ed e’ stata coordinata da Giovanni Lunghi, docente di Economia delle aziende pubblicitarie e responsabile di Adlab@go, con la supervisione scientifica di Luca Brusati del dipartimento di Finanza dell’impresa e dei mercati finanziari. “Sebbene il campione abbia manifestato valenze tendenzialmente positive nei confronti della comunicazione commerciale sia in termini informativi sia di intrattenimento – ha evidenziato Lunghi – tuttavia gli indici sviluppati per misurare l’accettabilita’ della pubblicita’ in generale su internet e, specificamente, negli spazi personali dei Social Network, hanno rilevato una tendenza verso valori negativi. Il campione ha manifestato segnali di preoccupazione anche per quanto riguarda gli effetti sociali che la comunicazione commerciale potrebbe avere, sia in termini di incitamento al consumismo sia in merito alla diffusione di modelli e comportamenti sociali negativi”.Per Adlab@go l’indagine e’ il primo passo per raggiungere uno dei suoi obiettivi costitutivi: fornire ad utenti ed agenzie di comunicazione strumenti analitici che permettano di ridurre l’incertezza degli investimenti collegata alla frammentazione dei media. In questo senso il Laboratorio sta gia’ creando delle sinergie interne all’ateneo, come quella avviata con il Laboratorio di ricerca, organizzazione e comunicazione (Roc) diretto dalla docente di Psicologia sociale Renata Kodilja. La valutazione delle risposte ad alcune domande nel questionario utilizzato per la ricerca pilota (per le quali gli intervistati dovevano esprimere un livello di accordo variabile da 5 = molto d’accordo a 1 = per niente d’accordo) aveva gia’ evidenziato delle criticita’. Il 41 per cento degli intervistati si e’ dichiarato abbastanza d’accordo e il 39,8 per cento si e’ espresso con un categorico ‘Molto d’accordo’ in merito all’affermazione ‘La pubblicita’ in generale e’ troppa ed invadente’; la pubblicita’ su internet e’ un intralcio alla navigazione dei siti per quasi l’80 per cento degli intervistati, mentre il 69 per cento ritiene che la pubblicita’ sia invadente e spesso violi la privacy. Anche l’affermazione ‘La pubblicita’ negli spazi personali e’ fastidiosa e invadente’, rivolta al gruppo del campione che si e’ dichiarato frequentatore dei siti di social network (176 rispondenti), ha rivelato percentuali di consenso che potrebbero suonare come un campanello di allarme per i sostenitori del Web 2.0 come veicolo pubblicitario innovativo: la somma tra ‘Abbastanza d’accordo’ e ‘Molto d’accordo’ ha raggiunto il 62 per cento delle risposte. (AGI)