(Franco Abruzzo.it) – Tra una pubblicità di quella particolare medicina miracolosa e gli occhieggiamenti delle varie Ludmille e Aline dell’Est europeo disponibili subito per fidanzamenti e matrimoni, lo spam, cioè la posta elettronica-spazzatura, ormai soffoca le caselle e-mail di tutto il mondo. Negli ultimi mesi lo spamming, che ormai non è più solo una seccatura ma un problema che sta seriamente mettendo in difficoltà le comunicazioni elettroniche, sembrava in diminuzione. Ma i dati più recenti indicano invece che ha ripreso forza più che mai. In queste ultime settimane, infatti, questa forma di pedaggio da pagare al progresso elettronico e digitale è tornato a crescere, nonostante il brutto colpo ricevuto lo scorso 11 novembre, quando furono esclusero dalle attività on-line la società McColo, con sede a San Jose, sul banco degli accusati anche per attività illegali come la diffusione di materiale pedopornografico. Un rapporto diffuso di recente dalla Symantec, società impegnata nella sicurezza informatica, dice che dall’inizio del 2009 i livelli di spam sono tornati a crescere, totalizzando il 79% di tutte le e-mail spedite a livello mondiale. Erano scesi addirittura al 50% dopo l’eliminazione di McColo. Il dato è da collegare agli enormi guadagni possibili: una sola campagna di spamming sui farmaci, in particolare quelli per le disfunzioni sessuali, può rendere circa 7.000 dollari al giorno, con ricavi annuali che possono raggiungere anche i 3,5 milioni di dollari. Da dove viene tutto questo materiale, compagno non proprio piacevole del quarto d’ora iniziale di ogni giornata lavorativa, un tempo dilatato a dismisura quando si torna dalle ferie? E quali sono le categorie per una possibile classificazione di questa invasione di messaggi? Gli Stati Uniti sono la nazione che detiene l«’onore» del primo posto in quanto a origine dello spam, con il 23%, anche se in discesa di tre punti percentuali rispetto allo studio di tre mesi prima, cioè dell’ottobre 2008. Il Brasile è salito al secondo posto, con il 10%. La Cina e l’India hanno conservato rispettivamente il terzo e quarto posto, con il 7 e il 4% del totale. Colombia e Argentina sono entrate nella top ten di questi paesi «moderni untori». Non è un caso trovare ai primi posti di questa classifica paesi del cosiddetto «Bric» (Brasile, Russia, India e Cina), in forte crescita economica e controlli sulla sicurezza non inappuntabili. Quanto alle categorie, rispetto alla ricerca precedente, nei tre mesi successivi Symantec ha registrato un aumento di «spazzatura» tra i messaggi di salute e tempo libero (entrambi +3%), vendita di prodotti (+4%) e una diminuzione nelle mail di finanza (-5%) e Internet (-3%). Se la campagna elettorale del neo-presidente statunitense Barack Obama, dall’ottobre 2007 al novembre 2008, è stata una vera manna per gli spammers, con possibilità di sfruttare vari canali (titoli di notizie, video) per superare i filtri, si segnalano novità nelle modalità per quanto riguarda l’approccio alle vittime dei raggiri elettronici o i paesi coinvolti. Ecco ad esempio affacciarsi la Nigeria. La tipica truffa proveniente dal paese africano è quella che avverte l’ignaro utente della rete di una grossa somma di denaro vinta in una lotteria, o grazie ad un’eredità. Gli spammers cinesi hanno invece trovato il modo di consentire a chiunque di poter giocare d’azzardo online senza doversi recare a Macao, unica posto del più grande Paese asiatico dove i casinò sono consentiti. Infine in Russia, dal tentativo di contatto diretto via mail delle Ludmille o Aline si è passati a un nuovo tipo di spam, che invita a contattare un numero telefonico. (Francesco Pauri – ANSA)