Bisogna lottare contro i crimini commessi attraverso la Rete senza compromettere la libertà e la privacy. E gli Stati che intercettano i dati dovrebbero controllarli nel rispetto della legge e limitare i casi in cui una società di Internet può divulgare dati alle autorità. Allo stesso tempo, bisogna difendere i bambini e le proprietà intellettuali ed elaborare una strategia globale contro i furti d’identità. Sono i temi evidenziati dal Parlamento europeo che oggi ha approvato una relazione sul rafforzamento della sicurezza e delle libertà fondamentali su Internet. Il Parlamento rileva che la rete "dà pieno significato alla definizione di libertà di espressione" sancita dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e "può rappresentare una straordinaria opportunità per rafforzare la cittadinanza attiva". Tuttavia la libertà di espressione e la privacy su Internet possono essere esposte "a intrusioni e limitazioni da parte di soggetti privati e pubblici" e il web può anche essere utilizzato per incitare al terrorismo e commettere cybercrimini. Il Parlamento chiede dunque di combattere questi fenomeni ma sottolinea che il diritto che gli Stati membri si arrogano di intercettare e controllare il traffico su Internet "non può essere giustificato dalla lotta al crimine". Per il Parlamento europeo, gli Stati devono garantire che la libertà di espressione "non sia soggetta a restrizioni arbitrarie da parte della sfera pubblica e/o privata", ed "evitare tutte le misure legislative o amministrative che possono avere un effetto dissuasivo su ogni aspetto della libertà di espressione". Il Parlamento chiede dunque di condannare la censura imposta dai governi al contenuto che può essere ricercato sui siti Internet. E raccomanda che gli Stati che intercettano e controllano il traffico di dati, lo facciano "nel rigoroso rispetto delle condizioni e delle garanzie previste dalla legge". (Help Consumatori)