Internet di limiti ne ha davvero pochi. Ma quelli che sono rimasti tali, nonostante anni di investimenti, di ricerche e di impegno da parte dei maggiori operatori della rete, danno modo di riconoscere il proprio peso. Riflettendo, per esempio, sulle funzionalità di un motore di ricerca è ragionevole credere che il suo successo vada di pari passo, non solo e semplicemente alla quantità di risultati ottenuti, ma anche alla qualità degli stessi. Dove per qualità si intende la riconoscibilità che possiede (o dovrebbe possedere) ogni voce. Tale aspetto è a priori considerato fondamentale, proprio perchè l’obiettivo da raggiungere deve rimanere rendere la propria ricerca il più accurata e precisa possibile. Tutto ciò è affidato a degli algoritmi, la cui complessa forma, permette ai motori di ricerca – primo fra tutti Google – di automatizzare la ricerca ottenendo risultati ordinati in modo logico e coerente. Naturalmente ciò succede perfettamente e più velocemente per i testi. Al contrario, per quanto riguarda le immagini, scovarne seguendo le indicazioni della propria parola chiave risulta meno immediato. La causa si cela nella diversa natura dei formati delle tante foto e figure presenti sul web. I motori di ricerca, cosiddetti del “futuro”, includendo tra le loro la possibilità di un’analisi più capillare dei diversi formati d’immagine, dovrebbero riuscire a risolvere il problema, rendendo la ricerca di foto facile, veloce e approfondita come quella dei testi. La sfida è immensa e Google non ha intenzione di perderla. Non è un caso che alla International World Wide Web Conference di Pechino, i due soci del giovane colosso di Mountain View, avrebbero presentato un software già capace di risolvere il dilemma di cui sopra. L’introduzione di una tale innovazione nel contesto planetario di internet, sarebbe molto più che rilevante, motivo per il quale è importante notare che, almeno questa volta, Google non è l’unico che sta studiando una soluzione. Il Politecnico di Milano, attraverso un progetto battezzato Pharos e finanziato dall’Unione Europea, si sta rendendo competitivo con la progettazione di un nuovo motore di ricerca. Un motore in grado di processare file audio, video e immagini come fossero testi, ricercando solo lo spezzone o il particolare di nostro interesse. Se tutto dovesse andare in porto, è indubbio che da qui a pochi anni internet potrebbe riservarci un evoluzione la cui entità sarebbe senza paragoni. (Marco Menoncello per NL)