Che vi fosse la necessità di piattaforme interoperabili, alle quali affidare una distribuzione dei brani musicali legittima e ampiamente condivisa, non è argomento nuovo. Anzi, si potrebbe dire che il dibattito affonda le proprie radici nella notte dei tempi e ha alimentato polemiche, battaglie legislative e commerciali.
Ma forse qualcosa si muove, grazie anche all’attività del commissario europeo per la tutela della concorrenza Neelie Kroes che ha annunciato la sottoscrizione di un accordo (noi preferiamo definirlo un protocollo di intesa, visto che getta le basi di qualcosa che non si è ancora verificato e la cui realizzazione è allo stato embrionale) tra le compagnie che diffondono musica on-line affinchè si impegnino a superare le attuali barriere che impediscono ai consumatori di accedere alle piattaforme distributive di altri paesi. Apple sembra intenzionata a mettere a disposizione I-Tunes Store ai cittadini europei a partire dal 2010 e la EMI pare voglia sottoscrivere nuove licenze con le società di gestione collettiva dei diritti d’autore (in primis la SACEM francese e la SGAE spagnola). A ben guardare sembra un evento di poco conto ma per chi è abituato a navigare in rete e a non trovare ciò che desidera, pur volendolo pagare, vedendosi così costretto a dovere scaricare illegalmente brani musicale è un evento quasi epocale. E’ la prima volta che le parti in causa tentano di mettersi d’accordo per trovare una via comune in grado di allargare l’offerta musicale. Basti pensare che, allo stato attuale, chi intende offrire musica on-line deve necessariamente scontrarsi con ben 16 agenzie di tutela dei diritti d’autore, ognuna con un suo iter e con le sue barriere. A questo punto il miraggio di una licenza europea potrebbe prendere forma. (M.P. per NL)