La concentrazione dei principali servizi online all’interno della cerchia ristretta dei grandi brand procede veloce: Facebook è ormai “il” social network, così come Google è “il” motore di ricerca e YouTube è “il” video online.
Le vittime nel campo della concorrenza non si contano più, persino all’interno delle stesse corporation: così Google Video chiude, o meglio si trasforma in motore di ricerca “puro”, secondo il comunicato della casa di Mountain View. Niente più servizi di hosting ma potenziamento delle tecnologie di search, per permettere agli utenti di trovare video in tutto il web, indipendentemente dalla posizione in cui sono ospitati. Niente più upload e condivisione di user generated content, funzioni in cui è ormai preponderante il ruolo di YouTube, di proprietà di Google stessa. Razionalizzazione dei servizi, quindi, con il taglio netto e quasi in sordina di un “ramo secco” ormai evidentemente improduttivo. I tempi sono così ristretti e le opportunità di migrazione così ridotte da far riflettere sulla misura del rispetto che il colosso degli over-the-top dimostra nei confronti dei suoi utenti: poco più di un mese di preavviso e la possibilità di scaricare i video uno per uno, con l’uso di un “pulsante” apposito, per poi eventualmente ricaricarli su altra piattaforma. Davvero paradossale, in questo senso, la mancanza di un tool per trasferire i contenuti direttamente su YouTube. Ma ormai la consistenza di Google Video deve sembrare decisamente marginale di fronte ai numeri stellari del portale del Tubo. E si deve considerare che proprio nella nebbiosa terra di confine che separa i servizi di hosting video, le web-tv e la televisione tradizionale, è in atto una battaglia i cui esiti ridefiniranno il concetto stesso di TV. Negli USA i servizi di video streaming giocano ormai alla pari con le televisioni via cavo, storiche dominatrici del mercato. E la prossima partita sarà quella della produzione dei contenuti e dei servizi premium a pagamento. Google sembra per il momento non avere ancora deciso se YouTube manterrà la sua attuale identità di piattaforma di condivisione o diventerà anche qualcosa di diverso, più simile a una web-tv. La scelta è importante, comportando l’assunzione di responsabilità editoriali e la discesa in campo in un mercato completamente diverso e fortemente concorrenziale. Ma diversi segnali fanno pensare che la corazzata di Mountain View si stia per muovere anche in questo settore: il ruolo del leader impone di anticipare le tendenze, piuttosto che inseguirle. E come sempre, su internet, il tempo stringe. (E.D. per NL)