L’annuncio ufficiale è stato dato a Toronto lo scorso 22 settembre dal Ceo di Netflix, Reed Hastings. Nella stessa giornata, sull’edizione online del quotidiano canadese Vancouver Sun, sezione Digital Life, la curatrice Gillian Shaw pubblicava una prima accurata analisi del servizio che si sintetizzava in un sonoro disappointing.
Deludente: così è apparso alla giornalista canadese la riproposizione di un servizio tv che negli States ha dato filo da torcere alla catena Blockbuster sin dagli albori, quando il noleggio di film avveniva solo via posta ordinaria. Ora che i tempi sembravano maturi per l’espansione del servizio, i media (non solo il Vancouver Sun) parlano del lancio canadese come un mezzo fiasco. E stando sempre a quanto accertato dalla Shaw in un test preliminare del servizio online, Netflix manca di novità, salvo che un film come The Beautiful Mind (2001) possa essere considerato tale. Senza contare che molte delle serie tv più gettonate e richieste non sono presenti, o si può reperirne solo una stagione, dando così l’idea di un’offerta in qualche modo parziale. Insomma, a quanto pare il pubblico si dichiarerà presto insoddisfatto, anche perché consapevole del successo che Netflix ha raccolto tra i cugini statunitensi, nel cui paese il servizio è decisamente più avanzato e interessante. L’aspetto paradossale della questione è che nel contesto dell’annuncio ufficiale, Reed Hastings si sarebbe sbilanciato, lasciando ad intendere che quello canadese sarebbe solo il primo di una lunga serie di passi. Netflix, infatti, potrebbe sbarcare presto anche nel vecchio continente, con l’obiettivo di espandersi e diventare l’avanguardia dei servizi televisivi integrati provenienti dal web. Quanto noto finora non fa sperare in qualcosa di buono, ma è pur vero che potrebbe anche essere presto per dare Netflix per spacciato a livello internazionale. Certo è che se la sua espansione dovesse avvenire di pari passo con quella di Hulu.com, non ci sarebbero più dubbi su quale dovesse essere il vincente. (M.M. per NL)