Alla domanda “come cambierà il rapporto tra Tv e internet nei prossimi anni?” gli esperti forniscono risposte contrastanti. Questa diversità di pareri è giustificata dalle numerose tecnologie e modelli di business esistenti sul mercato (web tv, video on demand, videoregistratori digitali ecc). Gli utenti invece sembrano avere le idee chiare. Da una ricerca condotta su un campione di mille cittadini britannici è emerso che, nei prossimi anni, la tv dei salotti sarà spodestata da una centralina (media hub) che renderà possibile scaricare dalla rete contenuti audio e video, memorizzarli e trasmetterli sullo schermo al momento desiderato e attraverso un solo telecomando. I dati emersi sono significativi poiché condivisi dagli appartenenti alle categorie in cui è stato suddiviso il campione di intervistati (avanguardie tecnologiche, utenti medi, tradizionalisti e giovanissimi). Olswang e You Gov, le società promotrici della ricerca, sostengono che questa ipotesi di futuro sia la più vicina alla realtà e, proprio perché entrambe convinte che siano i gusti e le scelte dei consumatori a governare tecnica e mercato, hanno proposto una nuova definizione del “vecchio” concetto di convergenza che indica come “convergenti” gli sviluppi tecnologici in grado di offrire il più ampio grado di scelta e controllo all’utente finale. Per sostenere questa tesi si rifanno ai risultati della ricerca che evidenzia come la domanda di set top box e video recorder muniti di disco rigido (per poter salvare programmi) sia in costante crescita. Il pc è sempre più visto come una centralina per smistare i contenuti su dispositivi mobili. Il consumo sta diventando individuale senza sottostare alle regole del palinsesto e si sta perdendo l’abitudine di fruire gli stessi programmi seduti in compagnia di famigliari o amici. Il maggior ostacolo riscontrato per la nuove modalità di fruizione è dato dalla difficoltà di trasferire sullo schermo della tv quanto viene scaricato dalla rete. Gli utenti medi per ora non sono abituati a vedere film e programmi tv sullo schermo del pc. Se la tendenza registrata da questa indagine si rivelasse veritiera per YouTube il futuro sarebbe roseo e grigio allo stesso tempo. Le buone notizie arrivano dal fatto che il flusso delle immagini scaricate dal web aumenterebbe ancora di più e che, il passaparola tra utenti, grazie alla potenziale scomparsa dei palinsesti, acquisterebbe importanza ancora maggiore nel decretare il successo o l’insuccesso di un contenuto. Le note dolenti sono dovute invece al fatto che, se sarà ancora vero che gli internauti preferiscono guardare i video sullo schermo del televisore, i portali come You Tube sarebbero a rischio poiché la qualità video offerta è troppo bassa e i filmati di durata troppo breve. Queste osservazioni giustificano alcune scelte annunciate nelle settimane passate come l’accordo con Mgm che permetterà al portale di mettere online alcuni film e spettacoli televisivi di proprietà della major. Altra scelta non casuale riguarda il lancio di YouTube live, che contempla la trasmissione in streaming di show dal vivo di alcuni artisti tra i più famosi presso la comunità del portale (principalmente musicisti). Queste decisioni andranno a tradire la filosofia del web 2.0 fondata sullo scambio di contenuti autoprodotti? Può sembrare, ma il punto è che sui video amatoriali non è possibile mettere degli spot e avere ricavi dalla pubblicità perché nessuno li guarderebbe e YouTube è arrivato al punto in cui è necessario considerare un modello di business che consideri le aspettative dei consumatori del futuro. (Silvia Bianchi per NL)