A seguito di numerose proteste Facebook ripristina le vecchie regole sulla privacy. Alcuni commi erano stati recentemente cambiati, ma il fatto che prevedessero il completo dominio dei dati da parte dell’azienda statunitense non era affatto piaciuto ai patiti del social network più popolare del momento.
Essere o non essere (su Facebook), questo è il problema. Quanti di noi si sono fatti questa domanda prima di decidere di iscriversi al social network più popolare del momento? I vantaggi sono indubbiamente molti, ma c’è sempre una certa preoccupazione per la propria privacy. Che fine faranno le informazioni che io, direttamente o indirettamente, inserirò in rete? E quelle che inseriscono gli altri sul mio conto? La maggior parte delle persone si preoccupa del fatto che proprie immagini o informazioni personali non vengano messe a disposizioni di “persone non gradite”. Estesissima è infatti la casistica di ex fidanzati che si arrabbiano vedendo qualche foto particolarmente piccante, che il proprio capo venga a conoscenza di cose di cui non avrebbe dovuto, e via dicendo. Pare addirittura che i più agguerriti selezionatori, prima di un colloquio, controllino il profilo Facebook del candidato per scandagliare nel suo passato. C’è un’altra cosa di cui dovremmo preoccuparci però. Meno invasiva all’apparenza ma altrettanto scomoda. Che uso fa l’azienda Facebook dei nostri dati? Dove vanno a finire? Rimangono archiviati anche quando noi li cancelliamo? Vengono venduti a società che fanno ricerche di mercato? In pochi si fanno queste domande ma, proprio su questi delicati aspetti, si sta combattendo un’aspra battaglia tra il management di Facebook e un folto gruppo di utenti decisamente furibondi. Succede infatti che qualche tempo fa, senza particolare preavviso, la società ha cambiato alcuni comma dei “Term of service” che regolano appunto i meccanismi a tutela della nostra privaci. I “Terms of service” sono quella cosa che noi accettiamo con un semplice clic, senza nemmeno leggerli a volte, quando ci registriamo ad un qualsiasi sito internet. Sono un contratto tra noi e l’azienda: firmandolo accettiamo di sottostare alle regole del sito. Cambiare “le regole del gioco” senza preavviso non è proprio una gran mossa. Facebook lo ha fatto, andando a toccare il punto più delicato della relazione tra sé ed i propri utenti. Le nuove regole prevedevano che tutti i dati inseriti potessero essere considerati di proprietà di Facebook, anche dopo la loro cancellazione (anche dopo che decidiamo di cancellare il nostro intero profilo da Facebook). Questa cosa ha fatto arrabbiare non pochi utenti, che si sono raggruppati – colmo dei colmi – proprio in un gruppo su Facebook appositamente costituito solo pochi giorni fa. L’azienda è stata quindi costretta a fare marcia indietro, ripristinando le vecchie norme (che non concedevano tutti i diritti sui nostri dati a Facebook), e ad impegnarsi a scrivere le nuove regole consultando i propri utenti. A quanto pare quindi, almeno nel mondo virtuale, il confronto “democratico” funziona. (Davide Agazzi per NL)