Secondo la ricerca “Giovani e Comunicazione” elaborata dall’Istituto milanese Iard, che dal 1961 opera nel campo della ricerca sociale, il tempo che i giovani trascorrono su Internet per chattare, per partecipare a social network, e per informarsi, è in media di 2 ore e 6 minuti al giorno, per almeno 5 giorni alla settimana.
L’istituto ha compiuto un sondaggio telefonico su un campione di giovani di età compresa tra 18 e i 34 anni. I temi sui cui la maggior parte di ragazzi e ragazze si informa regolarmente sono la cronaca, i programmi tv, le nuove tecnologie e la musica, la politica nazionale e locale, salute e benessere, economia, cinema e teatro, ambiente, libri, sport, scienze e viaggi. Tra gli argomenti che esercitano minore appeal nel mondo giovanile adulto figurano il servizio civile, scuola ed università, formazione professionale, volontariato e lavoro, notizie su questioni pubbliche locali, borse di studio, moda, gossip e religione. Internet e quotidiani nazionali sono utilizzati tutti i giorni, minori le percentuali per pay tv nazionali, tv locali e quotidiani locali, a seguire, le radio nazionali, il passaparola, le radio locali, i manifesti e i volantini. Il web è al primo posto, segue il passaparola da amici e conoscenti, le televisioni nazionali a pagamento, tv nazionali, radio nazionali e locali, quotidiani nazionali, tv locali, giornali locali. 1/3 del campione risulta “internet dipendente”: la Rete è, infatti, il sistema di gran lunga preferito per iscriversi ai social network, per chattare, per costruirsi una seconda identità, ma anche per consultare notizie sui quotidiani on line. L’identikit dei cybernaviganti è diviso in modo omogeneo tra ragazzi e ragazze, quasi per metà studenti che, in maggioranza, vivono con la famiglia ed usano internet per svago; molti hanno il proprio blog, usano tv e pay tv e ascoltano la radio: sono più i maschi delle femmine, circa la metà ha tra i 26 e i 30 anni di età, poco meno della metà è laureato e più della metà lavora. L’altra fetta dell’insieme, ossia il restante, è considerato utente-passivo, cioè colui che si imbatte nell’informazione e non la ricerca volontariamente: preferisce le tv nazionali e internet con minore assiduità della media, un terzo ha la licenzia media, mentre la metà ha conseguito un diploma; la metà lavora e un terzo si è costruito una famiglia. Le attività in Rete preferite sono le chat e le telefonate (skype) e la partecipazione ai social network (Facebook, Twitter). (R.R. per NL)