La cosiddetta “guerra dei browser”, con le sue battaglie combattute negli ultimi vent’anni, è uno specchio fedele dell’evoluzione del mondo della comunicazione digitale dopo l’avvento della rete.
Da applicazione di contorno negli elaboratori dei primi anni 90, a protagonista dell’esplosione di internet nei primi 2000, fino a diventare il centro nevralgico attraverso il quale si esprime il nostro attuale mondo web-centrico, il “navigatore” ha accompagnato e impersonato la rivoluzione online. E oggi ci offre uno spaccato delle tendenze in atto, facendoci intravvedere i possibili futuri della rete. E’ notizia recente che, secondo i controversi (per Microsoft) dati di StatCounter, Google Chrome starebbe ormai con il fiato sul collo dello storico Internet Explorer. Il più giovane dei browser (è nato nel 2008) avrebbe quindi bruciato le tappe, fino a toccare le vette di diffusione (un 32-33 % circa) del veterano di Microsoft, che vive sui nostri PC dal lontanissimo 1995. In realtà la parabola discendente di IE, nonostante il connubio indissolubile con l’onnipresente Windows in tutte o quasi le sue versioni, era cominciata già da tempo. Almeno dall’avvento di Firefox, nato nel 2004 dalle ceneri del mitico Netscape Navigator, leader incontrastato dei browser all’alba del web. Ma il prodotto open source della fondazione Mozilla ha guadagnato quote di mercato lentamente, sfruttando la diffusione di Linux e facendo affidamento su un pubblico di utenti evoluti che non si accontentavano dell’interfaccia comoda ma “proprietaria” di Explorer. Il successo di Chrome, invece, presenta modalità che sembrano in qualche modo ricalcare la storia del prodotto di Microsoft. Ovvero, una diffusione “a traino” di un ecosistema digitale che ha in Google il proprio centro e il proprio motore. Così come Windows rappresentava (e per molti ancora rappresenta) l’incarnazione del personal computer nell’era dell’elaborazione off-line, Google oggi rappresenta “la via” di accesso al mondo di internet, e le sue numerose applicazioni e servizi aspirano a coprire ogni possibile esigenza dell’utilizzatore medio della rete. L’interazione perfetta di Chrome con tutte le ramificazioni della “nuvola” di Mountain View ne fanno uno strumento facilmente accessibile ed estremamente efficiente per lavorare nella nuova dimensione. E se da una parte il futuro sta nel cloud, dall’altra sta sicuramente nel mobile. Dove la guerra si combatte, a livello di sistemi operativi, tra iOS di Apple e (Google) Android, con quest’ultimo che sta inesorabilmente guadagnando quote di mercato. Entrambe le piattaforme hanno il loro browser predefinito, e la maggior parte degli utenti nemmeno si accorge di avere alternative. Peraltro Google sta spingendo per l’uso di Chrome anche sui dispositivi mobili, e non è escluso che nelle prossime versioni di Android questo diventi il navigatore di default. Intanto ne è addirittura uscita una coraggiosa versione per iOS, data peraltro per sicura perdente nei confronti di Apple Safari. Come unico serio concorrente, ma solo per Android, rimane Mozilla Firefox nella sua recente implementazione mobile. Il mercato degli smartphone e tablet sembra insomma essere per ora un’esclusiva dei due “Big Brother” dell’informatica mondiale, ma tutti gli analisti sono d’accordo nel prevedere che il gioco potrebbe ancora una volta cambiare, a breve, con l’uscita di Windows 8. Il nuovo sistema operativo di Microsoft ha la manifesta ambizione di riconciliare il mondo desktop con quello mobile, realizzando l’unificazione delle interfacce e dell’esperienza degli utenti. E a farla da protagonista sarà di nuovo Internet Explorer, nell’ultima versione che porterà il significativo numero 10, anch’esso integrato con una galassia di servizi cloud tra i quali spiccherà l’onnipresente Office. Ancora una volta il mondo dei terminali intelligenti potrebbe uniformarsi sotto il segno della casa di Redmond: un sogno per la multinazionale di Bill Gates, un incubo per tutti gli altri. Ma la strada è in salita e i concorrenti agguerriti: recuperare il terreno perduto non sarà facile nemmeno per la corazzata Microsoft. Un’altra battaglia dall’esito non scontato nell’arena dei browser. (E.D. per NL)