Sono in molti ormai a pensarlo. Barack Obama, anche complice il tempo in cui vive, è il presidente USA più digitale della storia. Forse non il primo in assoluto, ma sicuramente quello che è riuscito meglio, oltre che in modo completo, ad utilizzare i nuovi paradigmi comunicativi per arrivare dritto alla meta, dritto al cittadino americano. Dopo i trascorsi di un innovativo Bill Clinton, che nel ’94 fondò il primo rudimentale sito della Casa Bianca e di un distratto George W. Bush, il cui sito web non decollò mai in maniera definitiva, la coppia Obama-Biden è la prima ad aver elaborato e realizzato spazi interamente dedicati alla comunicazione con l’elettore. Oltre al portale ufficiale MyBarackObama.com, il presidente degli Stati Uniti ha messo a disposizione di ogni internauta il canale tematico Obama-Biden su YouTube, nel quale sono raccolti i video della sua campagna elettorale e i discorsi rivolti ai cittadini, come si trattasse di una vera e propria web tv dedicata all’evoluzione del suo operato. Al pari di Franklin Delano Roosevelt, che intratteneva ascoltatori settimanalmente via etere e John Kennedy, ottimo interprete della rivoluzione televisiva negli anni ’60, Obama vince nel mondo digitale predisponendo una rete sociale di indubbio successo. Un successo direttamente proporzionale alla democraticità del mezzo internet, che per sua natura riesce a far sentire più vicine persone lontane, non solo geograficamente, ma anche professionalmente (si pensi, per esempio, alla evoluzione democratica e partecipativa della “sezione commenti” di Wsj.com). Un mezzo grazie al quale i più giovani possono avvicinarsi facilmente al mondo politico nella speranza che comprendano meglio l’importanza di un futuro al quale prima o poi avranno accesso. Il neo presidente sembra aver riflettuto a lungo su questi e altri termini della questione, risolvendo la sua campagna in maniera esemplare e creando un ponte, quasi personale, con la maggioranza degli elettori statunitensi. Non a caso, nel team degli sviluppatori dei diversi progetti web in cui Obama è coinvolto si sono trovati a collaborare esponenti del settore come il precursore di internet Marc Andreessen, fondatore del browser Netscape, e Chris Hughes, uno dei primi piloti del social network più popolare al mondo, Facebook. Certo è che la prospettiva di comunicazione nella quale Obama si è mosso non è stata troppo apprezzata dai media tradizionali, le cui perdite di potere e di mediazione (tra pubblico e mondo politico) sono state, in questa particolare occasione, più evidenti che mai. Ma del resto, come ha spiegato lo stesso “techpresident” Barack al direttore della sezione News and Politics di YouTube, Steve Grove, il web è una soluzione indispensabile: “Voglio creare le conversazioni al caminetto del Ventunesimo secolo. Voglio dialogare direttamente con gli americani: è un modo per promuovere la democrazia e rafforzare il governo” (dichiarazione tratta da Corriere.it). (Marco Menoncello per NL)