Interferenze LTE a trasmissioni televisive. Tv locali attivino servizio monitoraggio lato utenza per non pregiudicarsi azioni di tutela contro operatori tlc

A partire dall’inizio di quest’anno, gli operatori telefonici risultati assegnatari delle frequenze dismesse dalle tv locali (ex canali 61-69 UHF, banda 800 MHz) hanno attivato i primi impianti per la telefonia di quarta generazione (cosiddetto “LTE”, acronimo di Long Term Evolution).

Si tratta delle nuove reti di telefonia mobile ultraveloci per il traffico dati su reti cellulari, attivate da Tim, Vodafone e Wind su tale banda. In alcune città italiane si stanno già verificando le prime interferenze alla ricezione delle trasmissioni televisive su reti terrestri; secondo stime della Fub, potrebbero essere interessate a tali interferenze sino a 700mila abitazioni. “Sono due le tipologie di interferenze ai segnali televisivi digitali terrestri che possono essere causate dalle “stazioni radio base” (cioè dalle “celle” installate dagli operatori telefonici, nonché dai dispositivi in uso agli utenti (chiavette Usb per la navigazione internet, modem, telefoni cellulari)”, ricorda l’associazione Aeranti-Corallo in una propria nota. In primo luogo, spiega l’ente portatore di interessi diffusi “la saturazione dei sistemi di ricezione, causata da livelli di segnale troppo elevati, può causare malfunzionamenti agli impianti riceventi, portando a saturazione i set top box e/o gli amplificatori d’antenna, con conseguente impossibilità di decodificare interi blocchi di canali (c.d. overloading effect)”. “Il degrado del valore di S/N su un certo canale televisivo, con l’impossibilità di corretta decodifica da parte dei ricevitori”, è la seconda tipologia interferenziale, che “riguarda perlopiù i canali adiacenti alla banda 800 MHz (quindi i canali 58-60)”. Le interferenze da LTE si possono manifestare con immagini e audio disturbati, con degrado del segnale che può portare al blocco delle immagini o alla scomparsa totale del segnale. “Al fine di eliminare le interferenze, occorre l’installazione di un particolare tipo di filtro sulle antenne di ricezione televisiva”, sottolinea il sindacato rtv, evidenziando che “La Fondazione Ugo Bordoni (Fub) ha attivato il servizio di “Help interferenze”, disponibile all’indirizzo internet www.helpinterferenze.it dove ogni cittadino che riscontra difficoltà nella ricezione dei segnali televisivi a causa di interferenze Lte si può rivolgere”. In presenza di interferenze verificate e dei requisiti amministrativi richiesti (pagamento del canone di abbonamento al servizio di radiodiffusione), sarà inviato, senza costi per i cittadini, un antennista che effettuerà gli opportuni interventi sul sistema di ricezione. Il costo degli interventi sarà a carico degli operatori di telecomunicazioni, come stabilito dall’art. 14, comma 2-bis del decreto legge n. 179/2012; le modalità di intervento degli antennisti e le procedure di addebito dei costi per i filtri anti interferenze devono essere stabiliti da un regolamento ministeriale, in fase di emanazione. Per Aeranti-Corallo, “Occorre che tutte le imprese televisive attivino un proprio servizio di controllo della ricezione del proprio segnale, specialmente nelle immediate vicinanze dalle stazioni radio-base LTE (cioè nel raggio di 5-600 metri); qualora venissero riscontrate interferenze, è opportuno attivarsi affinché i cittadini interessati richiedano rapidamente l’installazione dei filtri”. In linea con quanto pubblicato nei giorni scorsi su queste pagine, l’organismo esponenziale ricorda che “Ove non venisse trovata rapida soluzione alla problematica, le imprese televisive locali i cui segnali risultano interferiti in modo grave dalle reti LTE dovranno tutelarsi, intraprendendo le opportune iniziative legali per ottenere la cessa-zione delle interferenze”. (E.G. per NL)

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