Intercettazioni/Relatore: non punire chi pubblica ma chi divulga

Casson: “Il testo della Camera deve essere modificato dal Senato”


dalla newsletter del sito Franco Abruzzo.it

Una serie di audizioni e modifiche “sostanziali” ad alcune parti del ddl sulle intercettazioni: si è aperta così oggi, in commissione Giustizia del Senato, la discussione sul provvedimento che ha già ottenuto il primo ok alla Camera. Felice Casson, relatore del testo, ha tenuto la relazione introduttiva e aperto la discussione: degli 8 punti critici che compongono il provvedimento, ha fatto notare il senatore ulivista, almeno tre sono molto importanti e vanno modificati. “Il primo – ha spiegato Casson – riguarda l’inasprimento delle sanzioni per i giornalisti, su cui sono perplesso: è sbagliato il sistema e si va a colpire soltanto l’ultimo anello della catena, senza risolvere il problema della fuga di notizie, che si verifica nei passaggi precedenti e che va q uindi risolto”. Inoltre, per l’ex toga vanno “regolamentati in maniera molto più rigida” i punti d’ascolto. Così come, sempre secondo il relatore, “c’è un restringimento assoluto nella fase di secretazione degli atti per le intercettazioni che non ha motivo d’essere, perchè quando un’intercettazione entra a far parte di un ordine di custodia cautelare, conosciuto da indagato e avvocati, non è più coperta dal segreto”. “Il sistema precedentemente in vigore sulla secretazione – ha spiegato l’ex magistrato – era omogeneo ed equilibrato. Ora è stato individuato un bersaglio sbagliato: non è un intervento nella fase della pubblicazione che risolve il problema, ma intervenire in maniera più rigida sulle fasi precedenti, ovvero la fase della polizia giudiziaria e quella degli uffici giudiziari. Nel testo uscito dalla Camera – ha perciò aggiunto Casson – ci sono alcune indicazioni positive ma sicuramente non vengono strette a sufficienza le maglie”. Infine, per il relatore, “bisogna intervenire anche per rendere omogeneo il sistema delle intercettazioni indirette rispetto a quello ordinario e non creare privilegi particolari per i parlamentari”. Insomma, c’è molto lavoro da fare e il testo che dovrebbe uscire da palazzo Madama sarà, almeno nelle dichiarazioni d’intenti, sostanzialmente diverso da quello uscito dalla Camera.
Per questo, la commissione Giustizia di palazzo Madama ha in programma una serie di audizioni durante le quali verranno sentite l’Unione cronisti, la Fnsi e l’Unione delle Camere Penali. La relazione di Casson è stata condivisa anche dal senatore di An Giuseppe Valentino, che l’ha definita “pacata, rigorosa e non appiattita sulle determinazioni della Camera, che pure sono state condivise a larga maggioranza. Da Casson – ha detto – sono stati individuati profili che meritano attenzione ed eventuali rivisitazioni, e devo dire – ha aggiunto – che l’impianto generale è un impianto condiviso. E non mi pare che, al di là delle sortite del ministro Di Pietro, altri rappresentanti di maggioranza e opposizione abbiano avuto una ferma opposizione”. (apcom).

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