Intercettazioni ancora sotto tiro da parte della politica. Questo metodo, certo invasivo e di cui spesso invero si abusa, ma comunque molto produttivo, continua a mietere “vittime” illustri e a far indignare, spesso a ragione e qualche volta a torto, alcuni esponenti politici. Il fatto che si tratti, in questo caso, del Guardasigilli, Clemente Mastella, non è certo una notizia che fa accapponare la pelle, dal momento che il ministro pare essere il massimo promotore della campagna anti-intercettazioni ed è il firmatario del ddl che vorrebbe negarne la pubblicazione: intercettare sì, quindi, ma far sapere alla gente comune certe magagne che vengono scoperte no. Senza dimenticare che chi intercetta (spesso senza una motivazione inoppugnabile) lo fa con i soldi dei contribuenti.
Non ancora passato il ddl, sono state resi noti, oggi, alcuni testi riguardanti intercettazioni telefoniche ai danni di Giovanni Consorte (foto), ex numero uno di Unipol, “pizzicato” a chiacchierare di cose molto delicate con alcuni altri grossi esponenti dell’alta finanza italiana (Ricucci ed altri) e (cosa che ha destato maggior scalpore) della politica, in particolare con il ministro degli Esteri D’Alema ed il segretario dei Ds, Piero Fassino. Senza entrare nel merito della questione, preme sottolineare la forza con la quale la pubblicazione di queste intercettazioni mette sulla bocca di tutti fatti, spesso non noti (e come potrebbero esserlo se non pubblicati dai giornalisti?) e che mai lo sarebbero altrimenti. Tanto per fare alcuni esempi, con il rischio di ripeterci fino alla noia (questa testata si è più volte occupata di notizie legate alla proposta di legge di Mastella), ad oggi nessuno saprebbe nulla (della società civile, della gente comune, perché i piani alti dei palazzi che gestiscono le nostre sorti lo saprebbero eccome…) della faccenda-Fazio, della scalata a Bnl, dei vari Fiorani, Ricucci, senza dimenticare Moggi e tanti altri, senza le tanto odiate intercettazioni. Certo, vi sono intercettazioni e intercettazioni: per esempio, di quelle di certe vallette e valletti gran parte del popolo italiano avrebbe fatto volentieri a meno. Ma negare la possibilità di pubblicarle equivale a negare il diritto della conoscenza alla gente, non ai giornalisti. Oggi Mastella si è espresso, ancora una volta, contro questo genere d’indagine, invitando alla cautela i giornalisti. Il Guardasigilli, oggi, si è espresso dichiarandosi dubbioso sulla veridicità delle frasi riportate, domandandosi se si trattasse di “frasi ad effetto, scolpite nella memoria e poi rilanciate alle agenzie”. Lo si vedrà nei prossimi giorni. (Giuseppe Colucci per NL)