Intercettazioni: l’Ordine dei giornalisti ascoltato dalla Commissione Giustizia del Senato

I giornalisti devono poter continuare il loro lavoro di informare. Non sono in discussione i diritti della stampa. La stampa non ha diritti: solo doveri. Il diritto è quello del cittadino di essere informato”. Lo ha affermato Lorenzo Del Boca, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti nel corso dell’audizione, in tema di intercettazioni, in Commissione Giustizia del Senato. Del Boca e il segretario Enzo Iacopino hanno presentato al presidente della Commissione, Filippo Berselli, una nota di osservazioni critiche sul ddl Alfano, approvato dalla Camera l’11 giugno 2009. Nel documento vengono individuate ed evidenziate le limitazioni che il disegno di legge pone alla pubblicazione di atti, documenti e anche di semplici informazioni relative alle attività di indagine che, nella pratica, rappresentando gravi limitazioni alla cronaca giudiziaria, all’esercizio della libertà di informare e alla stessa autonomia dell’Ordine professionale. Nel documento si sottolinea innanzitutto il fatto che le nuove norme, andando ad incidere sul diritto di cronaca giornalistica e implicando limitazioni all’informazione, rappresentano una norma restrittiva di un diritto costituzionale. Le modifiche più incisive – e più negative proprio rispetto al diritto di cronaca – sono quelle introdotte nell’art. 114 del codice di procedura penale che modificano la disciplina relativa alla divulgabilità degli atti di indagine non più segreti. L’attuale norma ne vieta la pubblicazione anche parziale ma non l’informazione per riassunto o la divulgazione del contenuto, cosa che invece vieta drasticamente il ddl in esame fino alla conclusione delle indagini preliminari. Nel documento si analizza anche l’ipotesi di riforma dell’art. 115 c.p.p. che interferisce pesantemente nell’autonomia degli ordini professionali, ignorando di fatto l’esistenza di una ricca formazione disciplinare legata alla funzione deontologica degli Ordini professionali. Infine, ma non certo per importanza, si sottolinea come la riforma violi l’art. 10 della Convenzione Europea dei Diritto dell’Uomo e la giurisprudenza costante della Corte di Strasburgo in merito alla libertà di espressione, provocando così seri dubbi sulla sua legittimità e costituzionalità. Pertanto l’Ordine nazionale dei giornalisti articola nel documento le seguenti proposte: di mantenere l’attuale formulazione dell’art.114 c.p.p. oppure, in alternativa, confermare il divieto di pubblicazione degli atti coperti da segreto e liberalizzare l’informazione sugli atti che non risultino coperti da segreto; mantenere l’attuale formulazione dell’art.115 c.p.p.; circoscrivere l’apposizione del segreto agli atti d’indagine; ridurre le pene alla misura prevista nel testo attualmente vigente; espungere la pena dell’arresto.

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