Il durissimo quando avvilente braccio di ferro in corso tra un governo che cerca in tutti i modi di frenare una magistratura che sembra sempre di più aver perso di vista il proprio ruolo istituzionale, continua. Le ultime voci raccolte vorrebbero in prossimità di pubblicazione (cercando così di bruciare un eventuale provvedimento normativo con effetto immediato che lo impedirebbe) i testi resi disponibili di intercettazioni di telefonate effettuate dal premier, dal ministro delle pari opportunità Mara Carfagna e forse di altri personaggi istituzionali, captate su linee telefoniche considerate (erroneamente) “sicure”. Nulla è dato di sapere di certo sul contenuto delle conversazioni, anche se si dice che conterrebbero commenti su altri esponenti politici. Se così fosse si tratterebbe, ancora una volta, di fatti non rilevanti sul piano penale, ma devastanti a livello istituzionale e mediatico. Che dire ? E’ incredibile l’allucinante percorso di autodistruzione avviato dalla magistratura italiana…
(ASCA) –
Roma, 3 lug – L’ingorgo legislativo creato dallo stesso iperattivismo normativo del governo in questi primi mesi di legislatura, che le Camere si trovano a fronteggiare a ridosso della pausa estiva, e’ l’ostacolo tecnico che sta frenando in queste ore una decisione che nel merito e’ stata gia’ presa: sulla pubblicazione e l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche si deve intervenire per decreto, non c’e’ piu’ tempo. L’unica perplessita’ e’ legata alla possibilita’ che si riesca a convertirlo in legge entro i prescritti 60 giorni dall’approvazione in Cdm inserendolo nella fitta agenda parlamentare prefestiva.
”Al Consiglio dei ministri di venerdi’ se ne parlera” conferma l’avvocato del premier Nicolo’ Ghedini. Del resto la necessita’ della decretazione d’urgenza e’ stata confermata ieri dal ministro Alfano e ribadita dallo stesso Berlusconi in una colazione con il presidente della Camera.
”Cosi’ rischia di essere un decreto a perdere”, ha avvertito pero’ Gianfranco Fini. Le preoccupazioni del presidente della Camera non sono solamente di natura procedurale, visto che il leader di An avrebbe esortato il premier a ricreare un clima di ”concordia istituzionale”, evitando altri conflitti con il Quirinale.
Inviti alla moderazione sono venuti anche dalla Lega, che dopo gli interventi di Umberto Bossi dei giorni scorsi, preoccupato che il clima di conflitto possa far sfumare il necessario accordo ”bipartizan’ sull’introduzione del federalismo. Il capogruppo a Montecitorio, Roberto Cota, ha fatto notare anche lui che ”il calendario parlamentare e’ ormai gia’ fitto”.
Con un occhio alle pagine dei giornali e con l’altro ai lavori del parlamento, il Cavaliere tira dritto e avverte che l’ultima istanza sara’ l’elettorato dal quale trae la vera legittimita’ a governare. Nei giorni scorsi aveva fatto intravedere la possibilita’ di un ritorno alle urne e ieri con Fini ha prospettato il ricorso alla piazza ”altro che le manifestazioni di Veltroni”. Il segretario del Pd intanto tesse la tela dell’alleanza con l’Udc per arginare Berlusconi. Ieri ha sottoscritto una lettera con Pier Ferdinando Casini chiedendo al presidente della Camera di dare la possibilita’ al parlamento di avere il tempo di discutere approfonditamente e modificare i provvedimenti che la maggioranza ha affidato alla decretazione d’urgenza: da un’ampia manovra finanziaria, al ‘blocca-processi’ contenuto nel decreto sicurezza. Cosi’ si rischia di relegare il parlamento, secondo i due leader dell’opposizione, in una funzione puramente notarile.
Contestano, Veltroni e Casini, un calendario che pone al vertice dell’agenda politica questioni ben lontane dalle vere priorita’ del paese e delle famiglie.
La risposta ‘ufficiosa’ di Fini affidata al suo portavoce – quella ufficiale verra’ oggi in aula – tiene a sottolineare che le norme di legge su tempi e modalita’ dell’esame dei provvedimenti sono stati rispettati.
Intanto, Antonio Di Pietro prepara la sua manifestazione di protesta contro ”le leggi speciali” di Berlusconi fissata per martedi’ prossimo a piazza Navona. Pullman da tutta Italia nonostante il giorno infrasettimanale e la forza del tam-tam del blog di Beppe Grillo segnalano che intorno all’Idv si sta coagulando la capacita’ di mobilitazione dei Girotondi dei tempi migliori, assicura Pancho Pardi, ora senatore dipietrista. Ma non solo: ”Ci sara’ la Sinistra democratica di Mussi, il Prc di Ferrero ma anche molti parlamentari del Pd, di ogni corrente” confida Pardi di passaggio a Montecitorio per una riunione organizzativa.
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