(Adnkronos) – Lo ha annunciato nell’Aula di Montecitorio il ministro Vito. Giulia Bongiorno: ”In caso di urgenza il pm potrà acquisire anche i tabulati”. (ecco il ddl del governo). L’Idv insorge: ”Colpo mortale alla libertà di stampa e giustizia”. Cena ad Arcore Berlusconi-Bossi, accordo sui ballottaggi e sul no alla consultazione.
Il governo pone alla Camera la questione di fiducia sul ddl in materia di intercettazioni: lo ha annunciato nell’Aula di Montecitorio il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito. La questione di fiducia sul maxi-emendamento, riguarda l’approvazione dell’emendamento 1.1000 del governo interamente sostitutivo dell’articolo 1 del ddl sulle intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Il pm potrà chiedere le intercettazioni e, in caso di urgenza, anche i tabulati. E’ questa, secondo quanto riferito da Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia della Camera, la principale novità contenuta nel maxiemendamento al ddl sulle intercettazioni sul quale il governo ha chiesto la fiducia. Nei casi di urgenza, quindi, ”quando vi è fondato motivo di ritenere che dal ritardo possa derivare grave pregiudizio alle indagini”, il Pm potrà richiedere anche i tabulati telefonici con decreto motivato, da comunicare non oltre le 24 ore al tribunale. Questa disposizione che riguarda Pm e tabulati è stata chiesta dal ministro dell’Interno Roberto Maroni. Per il resto, il maxiemendamento ricalca sostanzialmente il testo approvato dalla commissione Giustizia di Montecitorio: intercettazioni possibili solo in presenza di "evidenti indizi di reato", possibiltà di pubblicare atti giudiziari dal momento in cui ne sono a conoscenza indagato o difensore, carcere per chi pubblica intercettazioni di cui è stata ordinata la distruzione, anche se la pena detentiva può essere commutata in sanzione pecuniaria. Ad annunciare la fiducia dell’esecutivo era stato in precedenza il Guardasigilli Angelino Alfano, al termine di una riunione di maggioranza a Montecitorio. Il ministro della Giustizia assicurava che è ”tutto a posto, c’e’ l’intesa nella maggioranza. Il governo porrà la fiducia sul ddl intercettazioni". Insorge l’opposizione. "L’intenzione di porre la fiducia sulle intercettazioni è inaccettabile – dice Lanfranco Tenaglia, responsabile Giustizia del Pd Il Parlamento viene espropriato completamente di ogni sua prerogativa. Non era mai successo in passato che su una normativa di carattere tecnico e che riguardava norme del codice di procedura penale si ponesse la fiducia". "Si tratta – aggiunge – di un pessimo segnale visto che il Parlamento non conta più nulla. I parlamentari siano almeno messi in grado di esprimere liberamente con il voto segreto il proprio mandato". Rincara la dose l’Italia dei valori, che con il presidente Antonio Di Pietro ed il capogruppo alla Camera Massimo Donadi attacca: "Siamo di fronte ad una maggioranza irresponsabile e sciagurata e ad una legge politicamente eversiva che non solo è il più grande regalo alla criminalità ma viola i più elementari diritti costituzionali di un Paese democratico, come quello del diritto all’informazione e al funzionamento della giustizia”. ”La decisione, poi, di porre la fiducia su una materia così delicata, per la quale è previsto il voto segreto, il giorno dopo le elezioni, è una vera vergogna nazionale, frutto di un governo accecato ed ispirato nelle sue scelte solo dagli interessi particolari e giudiziari del premier – incalzano Di Pietro e Donadi -. Questa legge è il frutto di un patto scellerato tra il Pdl e la Lega che, in cambio di una retromarcia del premier sul referendum, chiude un occhio, anzi tutte e due, e si piega agli interessi del padrone”. ”Un pugno in faccia agli italiani”, rimarca così Antonio Borghesi, vice capogruppo dell’Italia dei Valori alla Camera, commentando in aula la decisione del governo. ”A soli tre giorni da quando il popolo italiano ha espresso la sua mancanza di fiducia nei confronti del presidente del Consiglio, egli – conclude Borghesi – la chiede in aula, con la solita mancanza di rispetto nei confronti del Parlamento. Questo è inaccettabile”. Da parte sua Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia sottolinea che ”la legge sulle intercettazioni così com’è rende difficile l’uso di uno strumento fondamentale per la lotta a certe forme di criminalità organizzata”.