In verità, forse, a rimanere senza lavoro sarebbero quei giornalisti che hanno fatto dello scoop da buco della chiave un business. Giornalisti che sullo “sparlare a prescindere” hanno creato la propria ricchezza e la propria notorietà. Quello, però, non è Giornalismo: è gossip o poco più o poco meno. Il Giornalismo, invece, c’era anche prima dell’era tecnologica che, con l’esplosione delle comunicazioni telefoniche e telematiche, ha ampliato a dismisura l’impiego e l’abuso delle intercettazioni. Ad esse, quel Giornalismo, è del tutto indifferente. Come disinteressato alle intercettazioni è il giornalismo d’inchiesta, che generalmente precede ed anzi promuove l’azione giudiziaria. Quel giornalismo non sarebbe per nulla intaccato da una eventuale positivizzazione nell’ordinamento giuridico del tanto contestato ddl. Certo è che intraprendere un’inchiesta è molto più impegnativo, lungo e costoso che sbattere in prima pagina una piccante sbobinatura di conversazioni private di personaggi famosi. Addirittura, e ciò fa veramente sorridere, talune organizzazioni sindacali hanno invocato l’aiuto della Federazione Europea dei Giornalisti per contrastare la traduzione in legge del progetto legislativo del governo Berlusconi. Già, perché in Europa sono tutti preoccupatissimi del fatto che non potranno più essere pubblicate le conversazioni private di Vittorio Emanuele di Savoia o di Fabrizio Corona.
ROMA – Subito mobilitazione, anche d’intesa con la Federazione degli editori, e poi sciopero, se necessario anche per più giorni: sono le iniziative decise oggi dalla Giunta della Federazione nazionale della stampa, riunita in via straordinaria in segno di protesta contro il disegno di legge sulle intercettazioni. “Giornalisti uniti per contrastare il ddl che impedisce le informazioni sulle indagini e quindi sui fatti che contano per la vita delle persone: per questo – annuncia il segretario della Fnsi, Franco Siddi – è stato deciso che si arriverà anche allo sciopero, anche per più giorni, tutti insieme, consapevoli che la vicenda avrà una conclusione non immediata. Prima dello sciopero scatterà immediatamente una serie di iniziative, anche d’intesa con la Fieg, per avviare una vera e propria campagna di collegamento con i cittadini e di informazione pulita sull’argomento”.
All’inizio della prossima settimana, continua Siddi, “sono stati invitati a un incontro, con i vertici di Fnsi, Ordine dei giornalisti e Unione cronisti, i direttori delle testate italiane. A seguire, ci saranno altri incontri con con importanti voci del diritto e con i gruppi parlamentari. Nel frattempo rinnoviamo l’appello al governo a ripensarci, visto che il testo del provvedimento non risulta ancora depositato”. Gli organi dirigenti di Fnsi, Ordine e Unci hanno anche costituito “un comitato per la gestione dell’emergenza, per assumere le decisioni che riterrà via via necessarie in base agli sviluppi della vicenda”, conclude Siddi.