La Finanziaria taglia i costi delle intercettazioni: il sistema costerà complessivamente 100 milioni di euro, contro gli attuali 215. I tagli non riguardano, però, le tariffe di ascolto, pagate a tempo agli operatori telefonici, bensì il sistema di gare per il noleggio delle apparecchiature di captazione, che ha visto ogni singola Procura muoversi in autonomia, con differenze di costi rilevanti.
In base ai dati più aggiornati, il Ministero della giustizia spende ogni anno 250 milioni di euro, sia per il noleggio delle apparecchiature (che rappresenta l’80% della voce), che per le prestazioni obbligatorie, cioè la messa a disposizione delle utenze e dei tabulati da parte degli operatori telefonici. A questa razionalizzazione contabile dei costi andrebbe ad aggiungersene anche una metodologica: si prevede, infatti, che le operazioni di captazione avvengano tramite impianti installati e custoditi in appositi centri istituiti presso le procure generali o sedi dei distretti di Corte d’Appello. L’ascolto, invece, avverrà attraverso impianti installati presso le competenti procure. Ciò anche per ridurre i soggetti che abbiano accesso alle registrazioni stesse. Con questi risparmi il ministro avrebbe ottenuto il rifinanziamento delle leggi di cui alla tabella A, di prossima approvazione: 150 milioni nel triennio, oltre allo sblocco di 100 milioni per l’edilizia penitenziaria e 20 per potenziare il casellario giudiziale. Si potrà, così, procedere allo smaltimento dell’arretrato (che pesa per il 30% del totale) grazie all’ausilio dei giudici onorari e di pace senza utilizzare sezioni stralcio. Sarà possibile edificare più o meno 40 nuove carceri e rendere il casellario giudiziale telematico a tutti gli effetti, in modo da dare tempestivamente notizie circa le sentenze di condanna di primo grado ed in tempo reale con gli altri paesi Ue. (Paolo Masneri per NL)