Iniziativa dell’Ordine nazionale dei giornalisti: un calendario-tributo al “cronista ignoto”

Del Boca: un calendario per ”ricordare il ‘cronista ignoto’, di cui non si conosce il nome ma che consente, con grandi difficoltà, sempre crescenti, l’informazione in Italia”


da Franco Abruzzo.it

Roma, 21 dicembre 2007. Un calendario per ”ricordare il ‘cronista ignoto’, di cui non si conosce il nome ma che consente, con grandi difficoltà, sempre crescenti, l’informazione in Italia”: così Lorenzo Del Boca, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, presenta ‘Vita da giornalisti’, la prima edizione del calendario dell’Ordine dei giornalisti, curato da Maurizio Pizzuto e Rodolfo Valentini.
All’interno, le immagini dei tanti giornalisti, italiani e stranieri, che hanno dedicato la loro professione alla ricerca della verità: da Anna Politoskaja a Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, Maria Grazia Cutuli, Enzo Baldoni, Walter Tobagi, Mauro Rostagno, Giancarlo Siani e Mario Francese. E ancora: il giornalista dell’Ansa di Palermo Lirio Abbate, minacciato dalla mafia, e l’eritreo Syoum Tsehaye, detenuto nelle terribili prigioni eritree dal settembre 2001. Ma nel calendario sono ricordati anche i freelance, i cosiddetti ‘giornalisti fantasma’ perchè nonostante il loro impegno quotidiano sono senza stipendio o percepiscono compensi irrisori. E gli strilloni, ricordo lontano di un’Italia ricca di passione.
”Non c’è dubbio che il giornalismo sia in crisi sul piano della credibilità”, afferma Del Boca, per il quale quello del giornalista è un mestiere ”sempre più difficile. ”I giornalisti – aggiunge – sono vittime di una rapidissima trasformazione tecnologica. Non possono più lavorare come una volta, sviluppare un mestiere come hanno imparato. Ma non hanno capito come farlo”. Per il presidente dell’Ordine, il giornalismo ”è una mediazione culturale, un’azienda culturale, che gli editori dovrebbero difendere. Appurato che gli elementi di crisi ci sono – si chiede – con chi ne dobbiamo parlare se non con loro? Se invece si contrappongono al dialogo, mi chiedo cosa ci facciamo di questi amministratori?. E conclude: ”Il sindacato dovrà fare il restyling della piattaforma. Ma la ripresa del dialogo non può dipendere da questo. Discutiamo di problemi. Gli editori si stanno tagliando fuori da un contesto sociale. Abbiamo bisogno di gente che sa di cosa si parla. Il problema non è solo far quadrare i conti”. (ANSA)

“VITA DA GIORNALISTI”: presentato il calendario dell’Ordine nazionale. Il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Lorenzo Del Boca, ha presentato questa mattina, all’Harri’s Bar di Via Veneto, alle autorità e ai colleghi il calendario 2008 dell’Ordine dei Giornalisti “VITA DA GIORNALISTI” curato da Maurizio Pizzuto e Rodolfo Valentini.

Il calendario si apre con un editoriale di Del Boca nel quale si legge: “Il tempo conta anche per i giornalisti. Nel calendario, sono imprigionati i giorni in cui sono rimasti senza contratto. C’è la festa dedicata alla libertà di stampa. E, quotidianamente, si sviluppano avvenimenti che i cronisti registrano scrupolosamente per approfondirli e proporli al loro pubblico.
Sembra un mestiere facile, quello di informare. In realtà è reso complicato da una serie di insidie, a cominciare dai troppi interessi che circondano anche le notizie più banali e che tentano di condizionarne la serenità.
Taccuino in mano, telecamera in spalla, microfono in pugno: una schiera di colleghi, ogni giorno, si misura con delitti, dibattiti politici, cronache di consigli comunali, partite di calcio o inchieste di più largo respiro.
I giornalisti, per primi, non sono sempre soddisfatti dei risultati che propongono. Ognuno di loro sa di aver tante colpe da farsi perdonare alcune delle quali, forse, addirittura imperdonabili. Però, fra tanti difetti, l’informazione resta la cartina di tornasole della civiltà di un paese e determina il suo livello culturale.
Certo, a sfogliare le pagine di un giornale – magari distrattamente – non ci si rende conto della fatica, del sacrificio e, qualche volta, della paura che hanno accompagnato il resoconto di un episodio. Per questo, ricordarsi del cronista-ignoto che perlustra il suo territorio e ne rende conto non è un atto di vanagloria ma un’occasione per ricordare che la democrazia si misura anche nei livelli raggiunti dalla libertà di stampa. Così come è doveroso “non dimenticare” chi, in Italia e nel mondo, è morto per testimoniare l’impegno professionale suo e della categoria cui apparteneva”. (21 dicembre 2007)

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