”Una decisione ingiustificata e grave’" è quella dell’UE su Sky, secondo il viceministro allo Sviluppo Economico con delega alle Comunicazioni, Paolo Romani.
Così, mentre per ora le voci contrarie all’ingresso di Sky in anticipo sul DTT italiano si limitano a Mediaset ed a un pugno di grandi tv locali (la stragrande maggioranza è ben cosciente che i veri pericoli sono costituiti dal Piano delle frequenze e da una regolamentazione LCN estremamente penalizzante) a fronte, invece, di una generale soddisfazione dei consumatori (che salutano positivamente l’aumento di un’offerta gratuita e di spessore sul DTT), Paolo Romani ha immediatamente speso dure parole sull’ok dell’UE, definendosi "sorpreso della scelta della Commissione Europea di consentire a Sky di partecipare ad una gara non economica, concordata con la stessa Commissione per chiudere una procedura d’infrazione al fine di favorire l’ingresso di nuovi entranti e degli operatori minori gia’ presenti sul mercato, mentre il Governo italiano ha sempre eccepito che, in realta’, Sky rappresenta un gruppo statunitense monopolista del mercato satellitare e, di fatto, del mercato della Pay Tv”. ”E’ bene tenere presente che per riservare 5 frequenze da destinare al dividendo digitale il nostro Paese ha, infatti, sottratto risorse frequenziali a ciascuno dei principali operatori nazionali (Rai, Mediaset e Telecom Italia media) e ha rinunciato (nelle aree gia’ digitalizzate) e dovra’ rinunciare ad assegnarle (nelle aree ancora da digitalizzare) agli altri operatori e a oltre 500 Tv locali”, ha ricordato con particolare enfasi il viceministro, per il quale ”e’ assurdo che di questo sacrificio imposto all’intero sistema televisivo del nostro Paese a trarne beneficio sia, gratuitamente – la gara e’ un beauty contest basato su parametri di solidita’ di impresa, capacita’ tecnica, programmazione e presenza sul mercato -, non un vero nuovo entrante ma un soggetto gia’ ben radicato nel nostro Paese”. ”Un problema che evidentemente la stessa Commissione si e’ posta nel momento in cui ha ritenuto di non eliminare tout court i vincoli contenuti negli impegni sottoscritti nel 2003 da News Corp, imponendo una serie di condizioni per la partecipazione alla gara e l’utilizzo free on air per cinque anni del mux eventualmente acquisito a seguito della gara stessa”, ha concluso Romani. Sta di fatto che, salvo l’accoglimento del ricorso di Mediaset, il mercato dei superplayer tv italiani dovrà presto fare i conti con un competitore di spicco, qualora Murdoch riuscisse ad aggiudicarsi un multiplexer nella gara che verrà indetta nei prossimi mesi. E sono in pochi a pensare che non ce la farà. (A.M. per NL)