A quanto pare il governo britannico adotterà a breve misure difensive assolutamente non indifferenti per combattere la pirateria informatica. L’intenzione sarebbe quella di obbligare i diversi Internet Server Provider (ISP) a monitorare costantemente il traffico internet dei propri utenti, con l’obiettivo non solo di individuare gli internauti che dovessero condividere materiale protetto da copyright, ma anche di intervenire nei confronti degli stessi con una serie di provvedimenti sequenziali e particolarmente coercitivi. Non a caso il disegno di legge in questione è stato battezzato “three strikes law” (legge dei tre colpi, in riferimento al baseball, sport nel quale tre strike – tre palle perse – determinano l’esclusione del battitore dal gioco, ndr): questo significa che l’ISP potrebbe assumere l’incarico di prendere automaticamente provvedimenti nei confronti dei propri utenti. Una volta discriminato il tipo di traffico in cui l’internauta è coinvolto, il gestore del provider ha il dovere di alzare il cartellino giallo un massimo di due volte. Al terzo avviso scatta il cartellino rosso e disconnette il consumatore, nella speranza di aver impartito la lezione. Una decisione drastica quella del governo britannico, discussa ampiamente in questi giorni in Inghilterra, proprio perché considerata eccessivamente invasiva e contraria ai principi del rispetto dalla privacy. Del resto però, la protezione del materiale con copyright diventa ogni giorno una questione sempre più spigolosa e difficile da gestire. Inoltre i continui richiami (non abbiamo infatti ancora la certezza che il disegno di legge venga approvato) possono comunque servire, o almeno aiutare, a limitare i danni e dissuadere gli internauti dal fare ciò che è vietato per legge. Il governo anglosassone non è il primo a discutere simili sistemi per condannare il ramo illegale dei sistemi peer-to-peer e non sarà sicuramente l’ultimo. Questo mercato illecito di musica e film ha assunto negli ultimi anni proporzioni impressionanti: motivo in più per presumere che la strategia britannica sarà presto adottata, o almeno discussa, da molti altri paese europei. (Marco Menoncello per NL)