L’informazione sul web ruba la scena alle fonti di news classiche. Chi veleggia abitualmente sul web, nell’82% dei casi s’informa lì, mentre il 63% sfrutta la tv ai fini informativi, il 48% il cellulare e la radio (in uguale percentuale) e solo il 36% i quotidiani.
Ciò emerge da uno screening di Astra Ricerche commissionato dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia. Dall’indagine si acclara che il 37% di chi solca il web ha ristretto l’utilizzo delle fonti informative fino a poco tempo fa abituali. A perdere utenti sono soprattutto i quotidiani, tallonati dai periodici e, un po’ più in là, dalla tv. Resiste la radio, probabilmente per il fatto che l’ascolto della stessa in movimento la pone al riparo dalla competizione della rete (se ne riparlerà quanto il web giungerà anche sull’automobile). Dalla ricerca balza all’occhio un dato molto interessante: 2,3 milioni di persone accedono a servizi a pagamento anche senza doversi abbonare, attraverso gli archivi dei quotidiani, mentre 700 mila persone pagano per avere notizie, con abbonamenti in forma pdf e identica massa è iscritta a servizi internet che inviano news. Il sondaggio registra poi una richiesta di informazione attraverso il web e la telefonia cellulare in progressivo aumento: il 65% degli intervistati dalla ricerca afferma, infatti, di utilizzare questi strumenti da più di un anno. Va detto però che non è distinto dalla ricerca chi riceve le news attraverso sms su cellulari classici da chi ne fruisce con palmari, cioè è connesso sempre alla rete (circostanza che fa coincidere le due tecnologie). Il 21% di chi usa internet si dichiara favorevole a pagare per avere info sul web: un universo quantificato dalla ricerca in 3,1 milioni di persone. Nel dettaglio, più della metà, cioè 1,7 milioni di persone, e’ disposta a pagare (ancorché poco) per "ogni informazione seria e affidabile" mentre 1,4 milioni e’ disposta a farlo ma solo per approfondimenti e commenti autorevoli. Si divide invece il mondo degli internettiani sulla qualità del giornalismo sul web: per il 42% degli intervistati "esistono siti e blog dove si può trovare informazione seria", mentre per il 32% "le notizie dei comuni cittadini sono più affidabili di quelle giornalistiche". La pagella della qualità complessiva delle news però non è buona: le notizie sul web sono valide per il 37% degli intervistati, dubbie per il 34% e inaffidabili per il 29%. Quasi la metà dei navigatori (47%) domanda un’informazione professionale ("il giornalismo dei giornalisti”), mentre una percentuale inferiore (43%) non distingue tra fonti informative certificate (perché costituite da soggetti iscritti all’Ordine dei giornalisti) e approvvigionamento di informazione indifferenziato (proveniente anche da blog di comuni cittadini o comunque da operatori non professionali); solo il 10% e’ invece ostile ai giornalisti. Anzi, per una percentuale che rappresenta 6 milioni di internauti le notizie fornite da giornalisti iscritti all’Ordine dovrebbero essere indicate con un simbolo, una sorta di bollino, quale marchio DOC.