Nuovo look per giornali e magazine, ma anche per società di distribuzione e aziende specializzate in innovazione: queste sono le prede di Vice, necessarie e indispensabili per diffondere la propria informazione.
2015 costellato dalla voglia di shopping e cambiamento per la società guidata da Shane Smith, che pubblica Vice, la piattaforma multimediale che è al contempo sito internet, canale Youtube e agenzia di pubblicità. La società, che può contare su 1500 dipendenti e 5mila collaboratori in tutto il mondo, ha poi a disposizione anche un programma tv sul canale HBO, una rivista, una casa di produzione discografica e una casa editrice. Va sottolineato per i nostri lettori che il prodotto più seguito resta il sito web, che pubblica soprattutto reportage e documentari, seguendo la filosofia del “giornalismo di immersione”, secondo la quale per informare su un fatto bisogna seguirlo, ed esserne coinvolti fino in fondo. Il nuovo anno dunque partirà alla grande dato che i manager del marchio potranno far gioco-forza su 500 mln di dollari per le loro acquisizioni. La metà dell’intero budget proviene da A&E Networks (l’emittente televisiva via cavo e satellitare statunitense, con sede a Manhattan), in cambio del 10% del capitale, e l’altra metà da Technology Crossover Ventures, il fondo privato della Silicon Valley che possiede anche quote azionarie in Facebook e Netflix. “Vice – ha fatto sapere Shane Smith in un-intervista al quotidiano Italia Oggi – si infilerà in una girandola di trattative nel 2015. La nostra partita a scacchi dà la misura della valutazione complessiva della nostra competizione, vedremo realizzarsi alcune delle trattative maggiori. Il margine operativo di Vice – ha proseguito Smith – è previsto in crescita del 10%, per via della nostra dimensione e per il fatto che otteniamo licenze in più punti. Si tratta di un’offerta particolarmente accattivante. Questa è la nascita del prossimo grande marchio dei media: come si comporterebbero i mercati nei nostri confronti e verso l’opportunità di entrarci fin dalla base?”. Che l’impero valutato 2,5 mld di dollari, in un settore oggi in crisi come l’informazione, stia facendo sul serio è deducibile dall’ingresso nell’organico di Alyssa Mastromonaco, neo chief operating officer dopo essere stata responsabile dello staff della Casa Bianca, accompagnato da quello del noto avvocato James Schwab come co-presidente, dopo aver seguito per dieci anni tutte le trattative della società capitanata da Smith. “Ci siamo impegnati a fondo e in fretta – ha dichiarato Schwab -; ora stiamo andando forte e in modo brillante. Al momento di costruire potremmo aver bisogno di un partner: stiamo cercando di raggiungere il pubblico ovunque si trovi e vogliamo che i migliori narratori di storie e artisti lavorino con Vice”. Recentemente Vice ha avviato anche delle trattative di partnership con il gruppo media canadese Rogers Communications, con il quale si prepara al lancio di un network televisivo sul territorio nazionale, nonché a nuovi contenuti per i dispositivi mobili. Chi non sembra accennare ad aperture ed edizioni ad hoc per tablet e smartphone è invece la nuova testata online Reported.ly (inaugurata agli inizi di dicembre), che si occupa di approfondire e verificare con aggiornamenti tutte le principali notizie che si diffondono in modo virale sul web. La sfida editoriale era già stata lanciata da tempo e il manager Pierre Omidyar, miliardario già noto per aver fondato la piattaforma di e-commerce eBay, ha dato un’accelerata al progetto, circondandosi di una squadra di sei giornalisti, capitanata da Andy Carvin, che già in passato si era occupato di social media per la radio pubblica americana Npr da Washington. Carvin ha già dichiarato che la sua testata passerà al setaccio i principali social come Facebook e Twitter per verificare l’attendibilità delle news diffuse: il tutto per poi ripubblicarli sui social media, come riporta un articolo di ItaliaOggi di mercoledì 31 dicembre. La redazione ha da subito chiarito la sua apertura nei confronti dei suggerimenti provenienti dalle istituzioni, dalle aziende e dagli enti pubblici: infatti “ogni giorno, in tutto il mondo avvengono online conversazioni solide e informate – ha sottolineato Carvin-. Troppo spesso queste informazioni sono ignorate dalla stampa, interessata soltanto alla propria copertura delle notizie”. L’obiettivo dei giornalisti di Reported.ly è aiutare i lettori a districarsi tra le notizie, offrendosi come una sorta di guida: “siamo giornalisti e storytellers : non guru, rockstar o sedicenti esperti. Non abbiamo tutte le risposte e non pretendiamo di averle. Preferiamo ascoltare piuttosto che impartire lezioni. Questo è il nostro lavoro e la nostra passione. Tutta la squadra di cronisti 2.0 (di cui fa parte anche l’italiana Marina Petrillo, già direttrice di Radio Popolare), è già stata messa alla prova ed è sopravvissuta egregiamente al suo battesimo informativo quando il mese scorso si è trovata a dover seguire l’episodio di un sequestro di alcune persone in una caffetteria di Sidney: Carvin e la sua redazione, che non si trovavano in Australia in quel momento, hanno coperto l’intero evento attraverso l’hashtag #SidneySiege. (V.R. per NL)