Le testate cartacee, quotidiane e periodiche possono integrarsi e arricchirsi utilizzando Internet senza la necessità di avere giornalisti che lavorino a comportamenti stagni.
Questo è stato il tema del convegno “Il futuro del giornalismo. Ping pong tra carta e rete” tenutosi l’11 ottobre scorso presso l’Università Statale di Milano, organizzato dall’Ordine lombardo dei Giornalisti in collaborazione con Enrico Finzi di AstraRicerche e l’intervento di relatori di spicco. Finzi ha svolto un’indagine inedita, chiedendo ad un campione significativo di italiani di descrivere il rapporto quotidiano con l’informazione. Ne è emersa, dall’ingente mole di dati raccolta, la conferma di alcune tendenze di fondo quali l’incremento degli internauti, il crescente successo dei tablet, demonizzando alcuni luoghi comuni: Barbara Stefanelli (vice direttrice del Corriere della Sera) ha infatti affermato che la carta stampata “non è morta, i blog hanno portato nuovi lettori al Corriere. Ineludibile il metodo Paywall”. Il Corsera ritiene di poter difendere le sorti del cartaceo diversificando il prodotto rispetto al passato e dando un valore superiore rispetto alla media del mercato. Gran parte degli investimenti viene comunque destinata al digitale, ampliando l’attività dei blog (il più importante Ventisettesima ora) e trasformando il sito oltre che in un luogo di notizie e approfondimenti anche in una web tv. Della stessa idea Mario Giordano (direttore TgCom), che sostiene che l’integrazione dei mezzi d’informazione sia la carta vincente: “tv-carta-social forum: questa è la parola d’ordine per vincere la battaglia nel mondo dell’informazione. Si vince soltanto se si riesce ad integrare i vari linguaggi di comunicazione che offre la tecnologia applicata al mondo dell’informazione”. Per Claudio Giua (Direttore sviluppo e innovazione del Gruppo L’Espresso/Repubblica) la produzione di video è in enorme crescita: “Noi pubblichiamo circa 150 video al giorno. La nostra area, visual desk, formata da giornalisti e non, è in grado di elaborare quotidianamente un numero di video altissimo, spesso riutilizzati in modi diversi e rappresentano l’attività più importante”. Non a caso, Youtube ha chiesto alla casa Editrice americana Hearst di poter produrre video su moda e bellezza. La direttrice di Elle, (testata tricolore di Hearst) Danda Santini, ammette che “dopo le iniziali difficoltà riscontrate nell’armonizzare il linguaggio del giornale cartaceo con i procedimenti di costruzione di un sito on line ora il problema è superato e i giornalisti intervengono strutturalmente sulla costruzione dei contenuti del sito e la sua organizzazione grafica”. Insomma, il web a dispetto di chi drammatizzava l’impatto dell’informazione online su quella cartacea, può essere un fiero alleato dei media tradizionali. A condizione di saperlo prendere per il verso giusto. (V.V. per NL)